Non c’è solo il popolo di “quota 100” a gonfiare il fiume in piena di domande per una pensione anticipata nel 2019. Ai primi di aprile avevano fatto richiesta all’Inps per uno degli altri tre canali di uscita previsti dalla legge 26/2019 più di 34.400 lavoratori. Tra questi ci sono 10.898 che hanno fatto domanda per “opzione donna”, ovvero il pensionamento, previo ricalcolo contributivo consentito fino a fine 2019 alle lavoratrici dipendenti che entro il 2018 hanno maturato 58 anni (59 per le autonome) e almeno 35 di anzianità contributiva.
Robusto anche il contingente di aspiranti pensionati tra i lavoratori “precoci” (un anno d’impiego prima dei 19 d’età) che possono uscire con 41 anni di contributi: conta su 13.913 aspiranti, 1.312 dei quali hanno già avuto accolta la domanda. Il terzo gruppo di candidature arrivate nei primi tre mesi dell’anno riguarda poi l’Ape sociale, appannaggio di chi ha almeno 63 anni di età (con 30 0 35 di contributi, a seconda delle categorie) e si trova in condizioni meritevoli di tutela: si tratta in questo caso di 9.603 domande, 1.453 delle quali già accolte e 7.317 in lavorazione. Sono flussi importanti, che andranno monitorati insieme con quelli innescati da “quota 100” per le verifiche mensili sulla tenuta degli impegni finanziari previsti dalla legge di Bilancio. Per dare una proporzione, le domande dei “precoci” scrutinate da inizio anno sono circa un quarto di quelle presentate nell’intero 2018, un terzo di quelle del 2017.
I primi dati sulle domande di pensionamento anticipato alternative a “quota 100” ricevute da Inps ci dicono che ogni dieci candidati quotisti ce ne sono più di tre che pure aspirano all'anticipo e che, in moltissimi casi, lo otterranno. Le domande per “quota 100” presentate fino a ieri erano 112.558, delle quali 38124 arrivano da lavoratori iscritti alla gestione dei dipendenti pubblici, mentre 40.049 sono di dipendenti privati.
Per avere un quadro completo dei nuovi pensionamenti diversi dalla vecchiaia mancano solo i dati sulle normali domande di anzianità, che fino al 2026 sono consentite, a prescindere dall’età anagrafica, con 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il primo aprile sono entrare in pagamento le prime pensioni con “quota 100”. I beneficiari sono 26.831. Inps ha già accolto ben più di 39mila domande di questo tipo.
Se le istruttorie procederanno senza rallentamenti si conta di liquidare altri due blocchi di prestazioni in due fasi successive: una entro la prima decade del mese, la seconda tra il 20 e il 29 aprile, riuscendo a liquidare fino a 50mila nuove pensioni entro maggio. Vale ricordare che in questa prima fase si tratta solo di pensioni di lavoratori del settore privato, dipendenti e autonomi, che avevano maturato i requisiti minimi (62 anni e 38 di contributi) a fine 2018. La prima finestra utile per i pubblici è il 1° agosto, mentre a settembre uscirà il plotone dei quotisti del comparto scuola.
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