WASHINGTON - «È tempo di una riforma fiscale complessiva»: sono sulla stessa linea il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e il ministro delle Finanze, Giovanni Tria, intervenuti ieri in una conferenza stampa congiunta a Washington, a conclusione dei lavori dell’Fmi e del G20. Poco dopo, in una differente conferenza stampa, il presidente della Bce, Mario Draghi, ha detto che «le priorità per il Paese restano occupazione e crescita, e l’Italia sa cosa fare».
Passando ai piani del Governo sulla riforma del fisco e alle riserve emerse durante i lavori dell’Fmi, Visco ha detto di non aver mai parlato di flat tax e che «dopo 40 anni, è tempo di una riforma complessiva» del fisco, che contempli anche la lotta all’evasione.
Sulla flat tax, Tria ha detto che «abbiamo bisogno una riforma del sistema fiscale per allentare il peso sulle famiglie del ceto medio, senza perdere di vista la stabilità finanziaria: bisogna trovare un bilanciamento». E sulla compatibilità tra sterilizzazione dell’Iva e flat tax, ha detto di non ritenere questo «il problema centrale dell’economia italiana. Si deve trovare la compatibilità tra diversi obiettivi». L’Italia, ha ammesso Tria, «ha uno spazio fiscale limitato per fare politica espansiva, ma allo stesso tempo quando siamo vicino a una stagnazione non si possono fare misure restrittive. Bisogna vedere cosa fare, ci stiamo lavorando. Dipende anche da come va la ripresa economica, che può aprire o meno spazi» aggiuntivi.
Tria ha ribadito che nelle riunioni di questi giorni, la preoccupazione per il debito italiano non è stata stata sollevata: «È chiaro però che la preoccupazione esiste, anche in Italia».
La numero uno dell’Fmi, Christine Lagarde, ha affermato di aver avuto con Tria «una conversazione molto positiva sulla situazione dell’economia italiana» e su come favorire la ripresa e l’ulteriore rafforzamento delle banche. Sulla questione dei nuovi membri del direttorio della Banca d’Italia, che tanto ha impegnato la maggioranza, Tria ha chiarito: «Penso che al più presto si andrà avanti nelle procedure» di ratifica del Governo, necessaria per rendere operative le scelte fatte da Bankitalia. Ha aggiunto: «Per quanto mi riguarda, sono in attesa che mi venga chiesta la concertazione» che spetta al Mef. È il passaggio formale che ancora manca: premier (al quale in questa fase del processo tocca l’iniziativa) e ministro dell’Economia propongono di concerto le nomine al Consiglio dei ministri, che le approva e le invia al Presidente della Repubblica per la promulgazione. Se la ratifica non arriva entro il 9 maggio, scadono i membri uscenti e Bankitalia entra in stallo operativo in molte funzioni centrali, come la vigilanza sulle banche meno “significative”. Anche il Quirinale segue con attenzione la questione: in gioco c’è la piena autonomia di Bankitalia e il rischio di uno scontro istituzionale, oltre che di infrazione delle regole Ue. «Auspico che il processo si concluda rapidamente», ha detto Visco. «Sono d’accordo», gli ha fatto eco Tria.
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