La missione di sistema negli Emirati Arabi Uniti guidata dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, che ha preso il via oggi e durerà tre giorni tra Dubai e Abu Dhabi, vedrà la partecipazione di 147 aziende, otto associazioni imprenditoriali e sette banche per un totale di 350 partecipanti. L’obiettivo della trasferta è creare le condizioni per una ripresa dell’export italiano, che nell’ultimo anno ha perso terreno. Una strategia che si sviluppa anche in vista della prossima esposizione universale di Dubai 2020 nella quale l’Italia è fortemente impegnata.
Export in flessione mentre cresce l’import
I dati Istat sull’interscambio fra Roma e gli EAU aggiornati al 2018 confermano la flessione delle nostre esportazioni (-14,1%),
che passano dai 5,3 miliardi del 2017 ai 4,5 del 2018. Le importazioni di prodotti emiratini sono invece aumentate (+ 11,2%),
passando da un miliardo circa a un miliardo e 144 milioni di euro. La diminuzione dell’export e la crescita dell’import ha
determinato una diminuzione del saldo commerciale (sempre comunque a favore dell'Italia) sceso in un anno da 4,3 a 3,4 miliardi
di euro.
Segno meno per macchinari, gioielleria e mobili
Guardando all’export, il maggiore calo (i valori sono in questo caso aggiornati al periodo gennaio-settembre 2018) è stato
registrato dal comparto generale dei macchinari (- 33%), della gioielleria (-18,8%), dei mobili (-10%), dei prodotti derivanti
dalla raffinazione del petrolio (-24,5%), mentre in controtendenza si pone il settore degli aeromobili e relativi dispositivi,
passati da 31,8 a 86,5 milioni di euro (+171,7 %), e quello delle calzature (88 milioni; +0,3%). Quanto alle importazioni
dagli Emirati, si segnalano le tre principali voci, che complessivamente rappresentano l’82% del totale: petrolio greggio
(passato da 0 a 254 milioni), i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (323,8 milioni di euro; -5,5%) e i metalli
non ferrosi (181 milioni; +16,9%).
Perdita di quote di mercato per i principali partner commerciali degli EAU
In realtà, i principali partner commerciali degli EAU hanno subito riduzioni equivalenti o maggiori rispetto all’Italia (India
-14,2%, Usa -14,3%, Cina -19,7%). A questi si aggiunge la Turchia che a fine del 2017, dopo aver registrato un grande exploit
(+68%), risultava al sesto posto tra i paesi fornitori e che attualmente non appare nemmeno tra i primi 15 paesi.
Italia decimo fornitore a livello globale
L’Italia, pur con un export e un interscambio in calo, ha mantenuto nel 2018 la posizione di decimo fornitore a livello globale,
con una quota di mercato del 2,6 per cento. A livello Ue Roma rimane il terzo fornitore, dopo la Germania (-32,7%) e Regno
Unito (-0,8%).
Roma toglie la riserva all’inserimento degli Emirati nella lista dei paradisi fiscali Ue
Il mese scorso, i ministri delle Finanze dei Ventotto hanno approvato a Bruxelles un aggiornamento della lista dei paradisi
fiscali, ossia dei paesi con i quali rapporti finanziari saranno soggetti a particolare controllo da parte delle autorità
comunitarie e nazionali. L’Italia ha tolto l’iniziale riserva contro la presenza nell’elenco degli Emirati, un paese che è
stato azionista di Alitalia attraverso Etihad. Gli Emirati figuravano nella cosiddetta “lista grigia”, di cui facevano parte
non hanno messo in atto gli impegni che avevano assunto nei confronti dell'Ue entro il termine concordato
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