A seguito dello scandalo sui concorsi truccati nella sanità umbra, si è dimessa la presidente della Regione, Catiuscia Marini
(Pd). L’annuncio è arrivato oggi pomeriggio al termine di una lunga riunione nel palazzo che ospita la sede della Giunta,
nel centro di Perugia. Marini è indagata nell’inchiesta della procura di Perugia su alcuni concorsi per assunzioni, che sarebbero
stati pilotati all’ospedale del capoluogo umbro.
«Io sono una persona perbene, per me la politica è sempre stata “fare l’interesse generale”, da sindaco della mia Città (Todi,
ndr), da Europarlamentare, ed in questi anni da Presidente di Regione»: così la presidente Marini nella sua lettera pubblica
di dimissioni. «Quello che sta accadendo non solo mi addolora, ma mi
sconvolge e sono sicura che ne uscirò personalmente a testa alta», ha sottolineato ancora.
Zingaretti: Marini pensa al bene dell’Umbria
«Voglio ringraziare Catiuscia Marini, che con le sue dimissioni ha scelto di mettere al primo posto il bene della sua Regione
- dichiara in una nota il segretario del Pd Nicola Zingaretti - . Ora, sebbene in presenza di un'indagine che è ancora allo
stato preliminare, ha scelto con responsabilità di fare un passo indietro proprio allo scopo di evitare imbarazzi e strumentalizzazioni
per la sua Umbria. Da garantisti, aspetteremo che la giustizia faccia il suo corso prima di emettere giudizi definitivi. Spero
lo facciano tutti».
Nei giorni scorsi erano stati arrestati, e poi messi ai domiciliari, per la vicenda il segretario del Pd dell’Umbria, Gianpiero Bocci, e l’assessore regionale alla Salute e coesione sociale, Luca Barberini. Stesso provvedimento per il direttore generale dell'’zienda ospedaliera Emilio Duca e per il direttore amministrativo della stessa azienda.
Le accuse per la Marini
La dimissionaria governatrice risponde di cinque capi d’imputazione con accuse di abuso d’ufficio, falsità ideologica e materiale
e rivelazione del segreto. Tra i fatti che le sono contestati c’è il concorso per assistente amministrativo categoria “C”
che si preoccupa di far avere ad Anna Cataldi, nuora dello scomparso Valter Fascini, uomo forte della LegaCoop dell’Umbria.
«Mettetela dentro» dice la Marini in una intercettazione con Duca. Gli atti della Guardia di finanza restituiscono retroscena
del «ruolo» della Marini, intercettata mentre parla con Duca nel giostrare i concorsi nella sanità regionale. Un «sistema»
che avrebbe permeato anche le gare d’appalto, nonché il Piano di investimento nel digitale, nella parte relativa al Pathology,
su cui sono previsti stanziamenti per 1,2 milioni di euro. Secondo il procuratore Luigi De Ficchy un’associazione per delinquere
aveva preso il controllo della sanità regionale. Emilio Duca e Maurizio Valorosi, direttore generale e direttore amministrativo
dell’Azienda ospedaliera perugina, erano ai vertici della «cupola» che aveva lo scopo di attuare «le richieste illegittime
provenienti dalla classe politica e, nello specifico, dall'assessore regionale alla Salute Luca Barberini, dalla presidente
della Regione Umbria Catiuscia Marini e da Gianpiero Bocci, ex sottosegretario del ministero dell’Interno e segretario regionale
Pd dell’Umbria». Barberini e Bocci, come Duca e Valorosi, sono ai domiciliari.
Il concorso per assistente amministrativo
Stando alle intercettazioni la Marini è contattata direttamente da Marisa Fascini, moglie dello scomparso Valter Fascini.
Per questo la stessa governatrice discute con Duca: «La moglie de Fascini (…) m’ha portato questa selezioni qua…tu ce l’hai
tutte? Deve fare la selezione». Secondo gli inquirenti la governatrice sta chiedendo se Duca è in possesso delle tracce, tanto
che il dg risponde: «Le tracce non ci sono ancora». Queste, però, arriveranno: c’è una fotografia che immortala una funzionaria,
Maria Rosa Franconi, consegnarle a Duca. «A questo punto – riassumono gli investigatori – la Marini chiede a Duca se gli può
mandare la “Marisa” a prendere le domande da consegnare alla candidata». L’operazione va in porto, tanto che lo stesso Duca
chiama la segretaria particolare della Marini, Sonia Monaldi, per riferire a «Catiuscia, che capirà» il nominativo «Cataldi
Anna».
© Riproduzione riservata