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Una mostra racconta il Troisi poeta a 25 anni dalla scomparsa

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il VOLTO INEDITO di un grande attore

Una mostra racconta il Troisi poeta a 25 anni dalla scomparsa

La mostra “Troisi poeta Massimo” presso il teatro dei Dioscuri a Roma: oltre 80 scatti privati e immagini d'archivio, locandine e carteggi inedite raccontano uno degli attori più amati (foto Ansa)
La mostra “Troisi poeta Massimo” presso il teatro dei Dioscuri a Roma: oltre 80 scatti privati e immagini d'archivio, locandine e carteggi inedite raccontano uno degli attori più amati (foto Ansa)

Non c’è solo la poetica espressa nei film che tutti conoscono. Da Ricomincio da tre a Scusate il ritardo, da Non ci resta che piangere a Pensavo fosse amore invece era in calesse, fino all’ultimo struggente Postino. C’è anche una poetica che Massimo Troisi, uno degli attori e autori più amati di sempre nella storia dello spettacolo italiano, sapeva esprimere, come dire, “alla vecchia maniera”: una penna o una matita recuperata in qualche modo, versi buttati giù su foglietti e pezzi di carta, nel tentativo - che ognuno di noi ha fatto almeno una volta nella vita - di fermare emozioni e considerazioni che altrimenti rischierebbero di fuggire. Ed è proprio questo Massimo Trosi inedito su cui si concentra la mostra romana “Troisi poeta Massimo” presso il Teatro dei Dioscuri al Quirinale, che domani aprirà al pubblico a Roma.

Il filo conduttore è la scrittura
Un’iniziativa che arriva a 25 anni dalla scomparsa dell’artista di San Giorgio a Cremano. «Il filo conduttore - racconta Marco Dionisi, curatore assieme a Nevio De Pascalis della mostra - è la scrittura. Il lato comico in questa esposizione c’è, ma forse è oscurato dalla vena poetica dell’artista. È il pensiero di Massimo che viene messo a fuoco». Ecco allora un percorso che si snoda dai primi componimenti messi giù negli anni Settanta ai testi teatrali, alle sceneggiature delle pellicole che lo hanno visto attore e regista.

Carrellata di ricordi attraverso musica e immagini
Una mostra fotografica e multimediale, in oltre 80 scatti privati e immagini d’archivio, locandine, documenti e carteggi inediti. Un viaggio nell’animo di Troisi, una carrellata di ricordi che attraverso musica e immagini pongono l’accento sulle tematiche e sulle passioni di questo attore. Troisi “Pulcinella senza maschera”, come lo defininirono, naturale erede di Eduardo e capace di attualizzare la tradizione partenopea e al tempo stesso di discostarsi dai cliché legati a quell’immaginario. Un “mito mite”, un antieroe moderno e rivoluzionario, che ha saputo raccontare nella sua arte, con sincerità, leggerezza e ironia, i timori e le sfide delle nuove generazioni.

Poeta senza definirsi tale
Filo conduttore è il suo lato più sensibile e intellettuale. Troisi è stato un poeta senza definirsi tale. Ha scritto versi fin da giovanissimo. Lo ha fatto per ritagliarsi un suo spazio, immerso (e travolto) come era nella routine familiare. Un’esigenza che ha avvertito fino alla fine. Il cerchio si è chiuso con Il Postino: qui la poesia non è solo testo, ma anche e soprattutto un modo di vivere, un consiglio per chi sa ascoltare. Massimo era veramente stanco. Tutti erano preoccupati per lui, medici compresi. Le persone che gli erano accanto gli consigliavano di fermarsi. «Chistu film’o voglio fernì’ c’’o core mio», rispondeva. Già, il cuore. «Non è così importante che muoia qualcosa dentro - scriveva Troisi nella poesia “Al mio cuore” -. Io cedo qualche sogno e un po’ di libertà. Un compromesso che in fondo accetto per viltà... Ma al mio cuore malandato Almeno a lui ho messo le ali». Non solo a lui.

(“Troisi poeta Massimo”, a cura di Nevio De Pascalis e Marco Dionisi, dal 17 aprile al 30 giugno 2019 a Roma al Teatro dei Dioscuri al Quirinale, ingresso gratuito. Mostra organizzata e promossa da Istituto Luce-Cinecittà con 30 Miles Film, in collaborazione con Archivio Enrico Appetito, Rai teche, Cinecittà si Mostra).

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