Italia Eni, l’esplorazione e produzione traina i conti trimestrali

Sostenuta dal suo consueto motore, l&#8217;esplorazione e produzione, che continua a marciare a pieni giri, Eni manda in archivio i risultati del primo trimestre con un utile operativo rettificato, al netto cio&#232; delle partite straordinarie, di 2,35 miliardi, sostanzialmente in linea con il dato dello stesso periodo dello scorso anno (mentre il dato non rettificato &#232; di 2,51 miliardi, in rialzo del 5% rispetto al primo trimestre 2018).L&#8217;utile netto adjusted si attesta a 992 milioni, in salita dell&#8217;1% sul livello dello scorso anno e beneficia soprattutto del calo del taxe rate consolidato (-2 punti percentuali) che si &#232; determinato per effetto del deconsolidamento delle attivit&#224; in Norvegia nel settore E&#38;P (il dato reported, invece, &#232; di 1,1 miliardi, in aumento del 15% sui primi tre mesi del 2018).Eni: situazione sotto controllo in Libia, monitoriamo sviluppi&#171;Sono molto soddisfatto dell&#8217;eccellente performance industriale e finanziaria realizzata da Eni nel primo trimestre 2019 - ha commentato il numero uno di Eni Claudio Descalzi -. In particolare, il business E&#38;P, in presenza di uno scenario di mercato sostanzialmente invariato, migliora i propri risultati economici del 25% rispetto al primo trimestre 2018, a conferma di una generazione di cassa ad anno intero in crescita. Anche i risultati del settore gas&#38;power sono in miglioramento: l&#8217;utile operativo aumenta del 16% a 372 milioni e questo ci d&#224; ulteriore conforto sul conseguimento dell&#8217;obiettivo di 500 milioni di risultato ad anno intero. Il downstream raffinazione&#38;marketing e Chimica attenua l&#8217;effetto di uno scenario margini recessivo e mantiene l&#8217;aspettativa di un ampio recupero nei prossimi nove mesi, soprattutto nella Raffinazione e nel Marketing oil&#187;.Eni, nuova scoperta in Angola. E Qatar Petroleum diventa partner anche in MaroccoL&#8217;ad ha poi posto l&#8217;accento sulla generazione di cassa, pari a 3,42 miliardi di euro, in crescita dell&#8217;8% e &#171;superiore di 1,5 miliardi agli investimenti di periodo, che sono stati pari a circa 1,9 miliardi, in linea con le aspettative di un valore di 8 miliardi ad anno intero&#187;. L&#8217;indebitamento a fine marzo &#232; di 14,5 miliardi in aumento di 6,2 miliardi sul 2018 e sconta principalmente gli effetti della diversa disciplina del leasing dettata dai nuovi principi contabili IFRS 16, al netto dei quali l&#8217;esposizione sarebbe stata di 8,7 miliardi, in crescita di 389 milioni sul livello di fine 2018. Tali risultati consentono comunque al gruppo, come ha ricordato lo stesso ceo, &#171;di coprire nel 2019 costi, investimenti e dividendi a un prezzo Brent di 55 dollari e di generare, in caso di prezzi superiori come nel momento attuale, cassa in eccesso&#187;.