8/8 Il Dl crescita approvato dal Cdm / Stralcio per gran parte dei commi del «Salva Roma»
La nota della Presidenza del Consiglio pubblicata al termine del Consiglio dei ministri chiarisce che tra le misure del decreto crescita che hanno ricevuto il via libera definitivo dell'esecutivo ci sono norme che «intervengono sulla gestione commissariale per il piano di rientro del debito pregresso del Comune di Roma». Sullo sfondo, la cosiddetta «Salva Roma», ovvero la norma prevista nel testo che ha ricevuto il via libera «salvo intese» il 4 aprile.
La disposizione riguarda il debito storico della Capitale. Prevede la chiusura nel 2021 della struttura commissariale (definita dalla sindaca Virginia Raggi «una sorta di bad company») dipendente da Palazzo Chigi, che gestisce da anni tutti i debiti accumulati dalla Capitale fino al 2008 (un fardello giunto al momento a quota 12 miliardi). Il Consiglio dei ministri di ieri sera ha ottenuto lo stralcio di gran parte della norma (sono saltati i commi 2,3,4,5 e 6, mentre sono stati approvati l’1 e il 7).
Le parti stralciate sono quelle che confermano la parte a carico dello Stato del debito della capitale, non più però attraverso la gestione commissariale, ma istituendo un fondo ad hoc presso il ministero dell’Economia. Il fondo attinge a risorse di un fondo già dedicato nel 2010 al Comune di Roma, senza quindi il ricorso a nuovi stanziamenti. È stato dunque eliminato il meccanismo che avrebbe permesso allo Stato di rinegoziare il debito e quindi gli interessi pagati dal Comune, alleggerendone il peso.
«Entro il prossimo triennio - spiegano dal ministero dell’Economia - e prima della propria cessazione, la gestione commissariale dovrà verificare la situazione del debito pregresso del Comune di Roma. Non ci sarà l’accollo da parte dello Stato del prestito obbligazionario (City of Rome) di 1,4 miliardi di euro, contratto nel 2003. Ma lo Stato continuerà a erogare i 300 milioni all’anno previsti per l’estinzione del debito di Roma».
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