Dopo una giornata intensa con critiche piovute dal mondo politico e da quello sportivo e dei social, in serata gli organizzatori della maratonina triestina del 5 maggio annunciano che potranno gareggiare anche gli atleti africani. Sotto il pressing di una polemica montata rapidamente, sono intervenuti perfino componenti del governo. Il primo è stato Giancarlo Giorgetti, sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport, condannando «ogni esclusione» perché, «non è cosi che si risolvono i problemi» e sottolineando la necessità di intervenire contro lo sfruttamento da parte «degli scafisti dello sport».
Giorgetti ha annunciato l’apertura «di un’indagine interna» per ascoltare «tutte le parti in causa per fare chiarezza» su un fenomeno che spesso vede «troppi organizzatori subire pressioni di manager poco seri che sfruttano gli atleti e li propongono a costi bassissimi». È intervenuto anche il vicepremier Luigi Di Maio che ha parlato di «follia», ribadendo anche lui, però, che la questione esiste, ma che non è escludendo i professionisti africani da una gara «che si combatte il problema».
Il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga, della Lega, ha gettato acqua sul fuoco sostenendo che la Regione «non entra nel merito dell'organizzazione dell'evento» e che quanto accaduto ha avuto il merito di «scoperchiare il vaso di Pandora». La comunità degli atleti ha invece difeso i valori di universalità “decubertiani” dello sport. L’ex campionessa mondiale di sci di fondo Manuela Di Centa ammonisce «guai a tradire i valori dello sport, che sono la vera essenza dell'universalità».
Si muove anche la giustizia sportiva, con la Procura federale pronta ad aprire un fascicolo. Una iniziativa che trova il consenso del Coni che «esprime totale sostegno alla linea d'azione annunciata dalla Fidal, perché da sempre contrario alle discriminazioni». Gli organizzatori della Maratonina di Udine difendono gli atleti africani, da sempre ritenuti «l’eccellenza nel settore della corsa».
Compatta l'opposizione politica: il verde Angelo Bonelli annuncia un esposto alla Procura di Trieste a carico degli organizzatori della Half Marathon, mentre dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, al candidato europarlamentare, Carlo Calenda, alla deputata Debora Serracchiani, tutti evidenziano “la deriva di follia del Paese” per iniziative che come ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale Fvg, Francesco Russo, “ricordano il Ku Klux Klan”.
Oltre Di Maio sono intervenuti altri esponenti pentastellati. Il Movimento, a livello nazionale è alleato della Lega, ma in Friuli Venezia Giulia è l’opposizione. Anche la Chiesa ha preso posizione. Mons. Ettore Malnati, vicario del vescovo di Trieste, chiede “di ridare dignità agli atleti aldilà della loro appartenenza culturale, sociale ed etnica”.
La vicenda ha tenuto banco sui social dove è esplosa. “Vergogna”, “Psicopatici. Bisogna fermarli, questi ci trascinano nel baratro”, è stato uno delle migliaia e migliaia di messaggi postati ininterrottamente da ieri, anche con qualche intervento critico nei confronti degli sponsor. Il caso è nato con l'annuncio da parte del patron dell'evento, Fabio Carini che aveva motivato la decisione dicendo che avevano deciso «di prendere soltanto atleti europei per dare uno stop affinché vengano presi dei provvedimenti che regolamentino quello che è attualmente un mercimonio di atleti africani di altissimo valore, che vengono semplicemente sfruttati e questa è una cosa che non possiamo più accettare». In Italia, prosegue Carini, «troppi organizzatori subiscono le pressioni di manager poco seri che sfruttano questi atleti e li propongono a costi bassissimi e questo va a scapito della loro dignità - perché molto spesso non intascano niente e non vengono trattati con la giusta dignità di atleti e di esseri umani - ma anche a discapito di atleti italiani ed europei, che non possono essere ingaggiati perché hanno costi di mercato».
A oggi sono 1.390 le iscrizioni alla mezza maratona, partecipanti da 28 Paesi, con «in prima linea sicuramente austriaci e ungheresi, ma anche Australia, Giappone, Sud America, Brasile e Stati Uniti».
© Riproduzione riservata