A scuola, quando ancora non era stato inventato il concetto di economia circolare, per darci l'idea di un ciclo continuo ci
insegnavano quello dell'acqua. Ecco, proprio l'acqua è un'economia circolare a prescindere, noi dobbiamo finalizzarla”. E'
questo, in prima battuta, il messaggio lanciato da Mauro D'Ascenzi, presidente di Utilitalia Servizi, che organizza il Festival
dell'Acqua in programma a Bressanone dal 13 al 15 maggio e poi a Venezia il 10 e 11 ottobre. “Alla luce dei recenti sconvolgimenti
climatici abbiamo una missione ben chiara: dobbiamo trattenere l'acqua quando arriva, riuscire a distribuirla equamente a
tutti e infine restituirla pulita alla natura, che poi ce la ridarà chiudendo appunto il ciclo idrico”, aggiunge D'Ascenzi.
Quali sono lo spirito e le peculiarità del Festival di quest'anno? Ormai siete arrivati alla quinta edizione.
Fino ad oggi avevamo svolto la manifestazione a Genova, L'Aquila, Milano e Bari. Questa volta abbiamo scelto il Nord
Est e, visto che non ci eravamo mai stati, abbiamo deciso di fare due tappe, a Bressanone e Venezia, che fanno comunque parte
di un'unica visione organica. Il primo si occupa infatti del ciclo dell'acqua a monte e l'altro del ciclo a valle, cioè della
restituzione dell'acqua pulita e, in sostanza, del nostro futuro.
A chi si rivolge quest'anno la manifestazione?
Il Festival mira a diversi target ma anche a renderli complementari. Usando una metafora è come buttare un sasso in uno stagno:
si generano tre cerchi concentrici, tutti legati tra loro. Il primo è un nucleo più ristretto di argomenti che riguarda gli
addetti ai lavori, quindi tecnologie, studi specialistici, politiche di settore e questioni normative. Il secondo cerchio
riempie di cultura il valore dell'acqua, dunque coinvolge esperti di materie più generali. Infine c'è l'ultimo
cerchio che riguarda argomenti più “popular” ma non per questo meno importanti, come il valore dell'acqua nel contesto cittadino
e territoriale: è per questo che ci siamo gemellati con il Water Light Festival di Bressanone.
Parliamo delle principali tematiche che saranno affrontate dal Festival.
L'emergenza acqua si sta manifestando da tempo non soltanto come italiana ma, a livello strutturale, in tutto il mondo con
l'aggravante di cambiamenti climatici e antropici che portano a esigenze ancora diverse. Passiamo da momenti alluvionali a
siccità impressionanti con una distribuzione diversa, rispetto alla storia recente, sul territorio e nel tempo. La vera novità
è che tutto ciò avviene in cicli molto corti ma anche che l'uomo non ha mai avuto così tanta tecnologia a disposizione come
oggi: dunque, paradossalmente, può essere causa e soluzione di questi problemi al tempo stesso.
Che approccio suggerisce per risolvere questi problemi?
Servono progetti di lungo respiro, non certo – come accade, purtroppo, sempre più spesso – mettere in discussione ciclicamente,
ogni tre o quattro anni, tutto il sistema industriale dell'acqua. Anche solo paventare possibili cambiamenti
normativi provoca danni legati all'impossibilità di programmare investimenti in lungo periodo. In Italia abbiamo le tariffe
dell'acqua più basse d'Europa e facciamo polemiche proprio sulle tariffe, non certo sulle infrastrutture che servirebbero,
sugli invasi o sui depuratori. Ecco bisognerebbe cambiare questo tipo di atteggiamento per affrontare le sfide future del
ciclo idrico con maggiore efficacia.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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