Un aumento dei processi per i reati legati al mondo della finanza, per gli illeciti fiscali e per quelli che discendono da (o precedono) bancarotte e fallimenti. È così che nell’ultimo decennio la crisi economica e finanziaria ha segnato il settore penale. E ha, di conseguenza, anche modificato il lavoro degli studi legali che operano nel campo del diritto penale dell’economia.
Si tratta di materie vicine al diritto societario e fallimentare, in cui hanno un ruolo di primo piano gli studi che si occupano solo del diritto penale, segnalati all’interno dell’indagine di Statista per Il Sole 24 Ore «Studi legali dell’anno 2019». Questo anche se le grandi law firm di civilisti hanno creato dei dipartimenti di diritto penale per offrire ai clienti assistenza anche in questo ambito.
«La materia del diritto penale è diventata sempre più tecnica», afferma Giuseppe Iannaccone dello studio penalista Iannaccone & associati di Milano, fondato alla fine degli anni Settanta e che al diritto penale dell’economia ha dedicato un dipartimento ad hoc. Dal 2008 in poi - osserva - si è creato un grandissimo allarme sociale intorno al mondo della finanza e il sistema penale ha messo sotto la lente le condotte illecite in questo settore. Per Iannaccone, «per affrontare un processo che coinvolge determinati strumenti finanziari occorre conoscerne i tecnicismi: ad esempio, quando si parla di derivati, bisogna essere in grado di valutare se l’allocazione in bilancio è corretta o no». La conseguenza? «Il penalista - spiega - deve appoggiarsi a professionisti esterni, non solo chiamandoli come consulenti tecnici. Per l’avvocato è utile portarsi in studio gli esperti delle diverse materie trattate per acquisire a sua volta le conoscenze tecniche».
Una situazione che fa sì che non si possano più «prendere troppi processi contemporaneamente, perché non è possibile seguirli adeguatamente». E l’evoluzione non si arresta, secondo Iannaccone: «I penalisti dovranno essere sempre più specializzati per stare sul mercato. A Milano è già così, ma questa tendenza si sposterà anche in provincia».
Parla di «importanti sinergie con i fiscalisti, gli esperti di finanza, i commercialisti» anche Nerio Diodà, fondatore dello studio Diodà di Milano, specializzato sempre in diritto penale dell’economia. Del resto negli ultimi anni, osserva Diodà, «sono stati molto all’ordine del giorno i processi per i reati fiscali. Le procure, a partire da quella di Milano, si sono concentrate molto sui comportamenti degli imprenditori che, messi alla prova dalla crisi economica, hanno tentato delle operazioni di “autofinanziamento” a volte contestate come evasione». Non solo: «Le procure hanno alzato il livello di attenzione nei confronti delle multinazionali che collocano la sede in territori a fiscalità privilegiata». E numerosi sono anche, sottolinea Diodà, i procedimenti penali legati alla responsabilità amministrativa delle imprese, prevista dal decreto legislativo 231/2001.
Un ambito, quello della responsabilità “da 231”, in crescita, anche perché «negli ultimi anni si è allargata a più riprese
la base, per includere nuove fattispecie di reato», rileva Guido Carlo Alleva, fondatore nel 1994 dello studio Alleva & associati
di Milano.
Anche Alleva in questi anni ha visto gli effetti sul fronte penalistico della grande crisi iniziata nel 2008: «Le tante aziende
in difficoltà - spiega - sono state spesso anche oggetto di indagini di carattere penale per le attività fatte nel tentativo
di stare a galla, con contestazioni di reati societari e fiscali, falso in bilancio, bancarotte». Si tratta di materie complesse.
«Per affrontarle - sottolinea Alleva - occorrono una grande preparazione tecnica e approfondimenti formativi costanti: difficilmente
ci si può occupare ad esempio di reati fallimentari senza sapere come funzionano le procedure concorsuali. E poi - conferma
- è necessario collaborare con gli esperti delle diverse discipline tecniche».
Ora, poi, «complici anche le recenti modifiche legislative, sta tornando alta l’attenzione delle procure - analizza Alleva - nel reprimere i reati contro la pubblica amministrazione: corruzione e abuso d’ufficio».
Fa una riflessione più generale Marco Feno, fondatore a Torino dello studio legale penalista Feno: «Il nostro lavoro è cambiato di molto negli ultimi decenni, e in peggio, perché si è generalizzata la mancanza di qualità dovuta al cattivo funzionamento del sistema giustizia. Occorrerebbe una riforma radicale, che però non solo non viene messa in cantiere: nemmeno se ne parla».
La ricerca interattiva sugli studi legali dell'anno 2019, per settori e aree geografiche, è disponibile all'indirizzohttp://lab24.ilsole24ore.com/studi-legali-2019/
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