Sono lontani dalla rotta Milano-Roma, hanno un forte radicamento sul territorio, ma al tempo stesso una finestra aperta sul mondo. Sono gli studi “glocal”: di dimensioni e specializzazioni diverse, da Nord a Sud hanno messo in campo servizi più o meno strutturati per assistere le imprese clienti su tematiche specifiche o per affrontare con maggiore tranquillità il grande salto dell’internazionalizzazione.
Come Perathoner &Partner, uno dei 62 studi del Nord segnalati nell’ambito del sondaggio realizzato da Statista per Il Sole
24 Ore. Ha preso le mosse nel 2014 e conta oggi in tutto 15 avvocati in quattro sedi: oltre a Bolzano e Padova anche a Monaco
di Baviera e Innsbruck.
«Siamo uno studio transfrontaliero: il nostro tratto distintivo è il sostegno alle attività oltreconfine delle imprese in
un determinato perimetro geografico che si estende dal Nord Italia fino al Baden-Württemberg e alla Baviera - spiega Christoph
Perathoner, uno dei quattro soci -. Alle imprese offriamo il nostro supporto giuridico in dieci settori di attività, dal societario
alla proprietà intellettuale passando per le banche e le assicurazioni e grazie al bilinguismo possiamo superare le barriere
culturali. Un fattore decisivo per chi internazionalizza perché aiuta a comprendere la mentalità dei mercati di sbocco».
La frontiera come opportunità
Lo studio associato non ha nessuna fretta di crescere. «Abbiamo la dimensione adeguata – dice Perathoner – per assistere le
Pmi italiane, in particolare quelle della moda e dell’alimentare che guardano al mercato tedesco, e le imprese tedesche di
taglia media, soprattutto dei settori della tecnologia e della meccanica, che hanno bisogno di un accompagnamento legale nel
nostro Paese. Alle prime spieghiamo che un ja pronunciato in sede di negoziazione è lapidario, alle seconde non nascondiamo i tempi lunghi della giustizia italiana. Anzi,
per tutelarle in caso di contenzioso cerchiamo di includere nel contratto una clausola arbitrale: così, in caso di disaccordi,
la partita si gioca su un terreno neutrale».
A Vicenza accanto alle attività di diritto civile, del lavoro e amministrativo, lo studio guidato da Enrico Fuin, che conta in tutto una decina di persone ed è attivo dal 2013, si è ritagliato una nicchia di mercato tra le pieghe della legislazione comunitaria. «Nell’ambito del diritto del lavoro – spiega – ho iniziato ad approfondire le tematiche contrattuali legate al rapporto tra le aziende e gli agenti di commercio all’interno dell’Unione europea, in particolare in Germania, Francia e Spagna». Un’esperienza costruita pratica dopo pratica, estesa anche al di fuori dei confini europei e ai contratti legati ad altre professioni. Tutto deve essere analizzato alla perfezione, perché anche la clausola più innocua può nascondere insidie. «Per poter competere con studi più strutturati – fa notare Fuin – occorre puntare sulla specializzazione».
Come un poliambulatorio
Nel Centro Italia sono 33 gli studi segnalati, mentre 36 hanno sede nel Sud. A Martina Franca (Taranto) Angelo Lucarella,
che oggi ha 32 anni, nel 2014 ha dato vita a quello che ha battezzato un «poliambulatorio legale radicato sul territorio ma
presente potenzialmente in tutta Italia grazie a una app che consente prenotazioni online». Tra le specializzazioni dello
studio, che conta tre professionisti, c’è anche quella in diritto comunitario, con un focus sull’agroalimentare. «Ci occupiamo,
tra l’altro, - spiega Lucarella - di assistenza alle aziende che hanno ottenuto aiuti Ue alla produzione agricola poi contestati
dalle autorità nazionali come indebiti».
Luigi Pau, titolare dell’omonimo studio a Cagliari e Olbia in cui lavora con altri due professionisti, ha scelto invece la Via della Seta con una specializzazione in diritto del commercio cinese. «L’idea - spiega - è maturata nel 2012: dopo aver sviluppato un’esperienza in diritto civile in materia di contenzioso e societario, ho deciso di rimettermi in gioco e di iscrivermi a un master per approfondire meglio questi aspetti». Da allora ha una competenza in più da spendere: «Il mio studio - dice - agisce da ponte per le imprese cinesi che intendono investire in Italia: dagli aspetti fiscali alla contrattualistica, fino al rapporto con le autorità locali». Al tempo stesso, aggiunge «offriamo la nostra consulenza legale agli stilisti sardi che vengono contattati da imprenditori cinesi per confezionare prodotti destinati al mercato cinese». Oggi questa attività vale il 20% del fatturato dello studio, «ma il suo peso è destinato ad aumentare perché ha un enorme potenziale».
La ricerca interattiva sugli studi legali dell'anno 2019, per settori e aree geografiche, è disponibile all'indirizzohttp://lab24.ilsole24ore.com/studi-legali-2019/
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