Economia

Dossier L’Unione europea detta legge La nuova frontiera è la Cedu

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    Dossier | N. 22 articoli Studi legali dell’anno 2019

    L’Unione europea detta legge La nuova frontiera è la Cedu

    Sono oltre 450, tra direttive, regolamenti e decisioni, gli atti vincolanti adottati dall’Unione europea per la tutela dell’ambiente.

    Una produzione normativa che progredisce nel corso degli anni per quantità e, soprattutto, per qualità e che richiede, di conseguenza, una sempre maggiore specializzazione e competenza da parte degli operatori del diritto.

    Primi tra tutti gli avvocati, chiamati ad azionare la tutela dell’ambiente sia dinanzi ai giudici nazionali sia nel contesto europeo e internazionale.

    Tanto più che la stessa legislazione interna deriva, in massima parte, dal recepimento del diritto Ue. Un esempio per tutti: il settore dei rifiuti che si evolve anno dopo anno anche per gli interventi della Corte di giustizia dell’Unione europea, centrale per la qualificazione di nozioni strategiche come il “sottoprodotto” e la stessa nozione di rifiuto.

    Le prossime mosse
    Se la produzione normativa è già ricca e complessa, coprendo tutti i settori, da quello dell’inquinamento atmosferico a quello idrico, passando per l'inquinamento acustico e per atti trasversali e generali come la valutazione di impatto ambientale, sono in vista nuovi interventi.

    Negli ultimi anni, infatti, si assiste a una svolta della politica ambientale europea per portare a compimento nuovi atti vincolanti con il fine di integrare gli obiettivi ambientali in altri obiettivi strategici e diffondere la responsabilità sociale di impresa. Un primo passo importante è stato compiuto attraverso la direttiva 2014/95 sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario.

    La Commissione europea lo ha sottolineato nella comunicazione del 4 aprile 2019 dedicata al «riesame dell’attuazione delle politiche ambientali 2019: un’Europa che protegge i suoi cittadini e ne migliora la qualità della vita»; nel documento sono state presentate nuove proposte integrate con gli obiettivi economici e sociali. In linea con la piena realizzazione dei 17 obiettivi Onu sullo sviluppo sostenibile e con l’attuazione del piano d’azione per l’economia circolare.

    I primi effetti della nuova strategia si vedranno con il recepimento da parte degli Stati, entro il 5 luglio 2020, della direttiva 2018/851 che modifica la 2008/98 relativa ai rifiuti.

    Dopo le elezioni
    Intanto, la Ue attende la nuova legislatura del Parlamento europeo per l’adozione di un altro programma generale di azione in materia di ambiente, considerando che il settimo (intitolato «Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta»), terminerà il 31 dicembre 2020.

    Oltre la Ue
    Non è solo il fronte comunitario a interessare gli operatori del diritto. Da alcuni anni, la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) è diventata un punto di riferimento per azionare il diritto alla tutela dell’ambiente e, in particolare, quello a vivere in un ambiente salubre.

    È vero che nella Convenzione europea manca un esplicito riferimento alla tutela ambientale, ma la Corte di Strasburgo, sentenza dopo sentenza, ha interpretato le norme convenzionali in modo da includere il diritto all’ambiente.

    Tra gli ultimi interventi , ad esempio, c’è proprio un caso italiano con al centro le emissioni inquinanti provenienti dal complesso industriale dell’Ilva di Taranto. Con la sentenza Cordella e altri contro Italia (ricorsi n. 54414/13 e n. 54264/15), depositata il 24 gennaio, la Corte ha accolto il ricorso di 180 cittadini, residenti nella zona di Taranto, e ha stabilito che la mancata adozione, da parte delle autorità nazionali, di misure in grado di tutelare il diritto degli individui a vivere in un ambiente salubre, è una violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea che assicura il diritto al rispetto della vita privata e dell’articolo 13 che garantisce a ogni individuo la tutela giurisdizionale effettiva.

    La Corte, inoltre, ha da poco comunicato all’Italia (5 febbraio 2019) il ricorso sull’inquinamento provocato nella “Terra dei fuochi”. Bruxelles quindi non è più l’unica capitale del diritto ambientale.

    La ricerca interattiva sugli studi legali dell'anno 2019, per settori e aree geografiche, è disponibile all'indirizzohttp://lab24.ilsole24ore.com/studi-legali-2019/

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