Nelle stesse ore in cui va in scena il nuovo scontro tra il Viminale e le Ong si registra l'ennesima tragedia del mare: secondo l'agenzia di stampa tunisina Tap almeno 70 migranti risultano annegati per l'affondamento della loro imbarcazione in acque internazionali, a 40 miglia dalla città di Sfax in Tunisia. Sedici finora i sopravvissuti, salvati da pescherecci nella zona. I migranti di origine subsahariana sarebbero partiti dalla Libia ed il numero delle vittime potrebbe aumentare. Al momento sono in corso le operazioni di salvataggio e recupero ad opera della Marina militare tunisina.
Fonti a Lampedusa, intanto, riferiscono che 70 migranti sono stati recuperati a largo dell’isola da motovedette della Guardia di Finanza e della Guardia di finanza e stanno per arrivare sull’isola. Lo dicono fonti a Lampedusa. Non è chiaro come i migranti siano giunti a 11 miglia dalle coste di Lampedusa e dove sia l’imbarcazione che li avrebbe trasportati.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini in un lettera inviata al premier Giuseppe Conte e al ministro degli Esteri Moavero illustra gli «importanti risultati nel contrasto dell’immigrazione clandestina» e chiede un «salto di qualità nella politica estera italiana» per consolidare gli obiettivi conseguiti. Gli risponde il vicepremier Luigi Di Maio: «Salvini non faccia lo gnorri, i rimpatri sono di sua competenza». E fonti M5S ribadiscono: «Ora che sta clamorosamente fallendo con i rimpatri Salvini tira dentro Conte e gli altri Ministeri. Non usi strategie comunicative per coprire i suoi fallimenti per favore».
"Alarm Phone" segnala invece un barcone in difficoltà al largo della Libia con un centinaio di migranti a bordo, tra cui 24 donne e 8 bambini. «Abbiamo ricevuto una chiamata stamattina da una barca partita dalla Libia - twitta il servizio telefonico che fornisce ai migranti un numero da chiamare in caso di difficoltà - Comunicazione difficile per segnale debole. Abbiamo chiamato @guardiacostiera appena abbiamo ottenuto posizione Gps. La cosiddetta Guardia Costiera libica non risponde».
Sbarcati intanto a Lampedusa i 30 migranti (tra cui due donne incinte e cinque minori) soccorsi ieri a bordo di un gommone in avaria dalla nave "Mare Jonio" al largo della Libia. Lo rende noto la Ong armatrice, "Mediterranea Saving Human". Questa mattina, appena superato il limite delle 12 miglia a sud dell'isola, la nave è stata raggiunta da due motovedette della Gdf per un «controllo di polizia», seguito dal sequestro della nave. Secondo fonti del Viminale le Fiamme Gialle avrebbero rilevato irregolarità a bordo, e avrebbero poi consentito alla nave di approdare nel porto di Lampedusa per procedere al sequestro. L'accusa ipotizzata nei confronti dell'equipaggio - iscritto nel registro degli indagati - è di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Si tratta di un atto dovuto dopo la segnalazione fatta dalla Finanza. La Procura di Agrigento deve valutare però se abbiano commesso reati, in base alla ricostruzione delle modalità del salvataggio e tenendo conto della situazione politica e di sicurezza in Libia. Alle 20.45 del 10 maggio è stato «notificato il sequestro preventivo. Indagato il comandante» secondo un Tweet della Ong Mediterranea.
Per la Ong il sequestro è «un atto per tentare di fermarci», e «nessuna notifica» è stata fatta all'equipaggio, emntre a bordo non sarebbe stata riscontrata alcuna «irregolarità». «Il Viminale annuncia il sequestro - scrive la Ong su Twitter - curioso che lo faccia via stampa prima che a noi. Il sequestro è un atto per tentare di fermarci ma l'importante per noi è che le persone siano salve. L'unico crimine è far morire la gente in mare o in Libia».
Viaggia su Twitter anche il commento del ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Ultimo viaggio per la nave dei centri sociali Mare Jonio: bloccata e sequestrata. Ciao ciao». Il titolare del Viminale posta poi una foto della nave e di Luca Casarini, ex leader dei centri sociali del nord est e ora attivista e capo missione di Mediterranea, con la scritta "sequestrata". Ieri, il ministero dell'Interno aveva replicato alla richiesta inviata dalla "Mare Jonio" al Centro di coordinamento dei soccorsi italiano (Mrcc di Roma) con una mail in cui invitava fare riferimento alle «Autorità Libiche».
Si è risolta intanto la vicenda dei 36 migranti (tra cui 2 donne e 8 bambini) a bordo di una imbarcazione che stava per affondare a 75 km dalle coste libiche e messi in salvo dal personale della Marina militare. Ieri l'operazione di recupero dei naufraghi ha scatenato l'ira del ministro Salvini che ha chiesto al ministero della Difesa - schierata con la Marina - di chiarire l'episodio ribadendo al tempo stesso la linea dei "porti chiusi". In serata il premier Giuseppe Conte ha annunciato la disponibilità di quattro Paesi Ue ad accogliere i 36 migranti, attualmente in viaggio verso il porto militare di Augusta, dove verranno fatti sbarcare, a bordo della nave Stromboli. La nave dovrebbe approdare al pontile Nato, nel territorio di Melilli, lo stesso luogo che ospita il relitto del barcone naufragato nel 2015 e recuperato in fondo al mare, temporaneamente esposto alla Biennale di Venezia. «Ringrazio Francia, Malta, Lussemburgo e Germania per la sollecitudine con cui, nel giro di poche ore, hanno dichiarato la disponibilità ad accogliere» i migranti tratti in salvo, «partecipando alle operazioni di redistribuzione», ha affermato il presidente del Consiglio in una nota.
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