Le prestazioni professionali richieste alla practice dei private clients di uno studio legale consistono, prevalentemente, nella pianificazione di successione ereditarie, nell’elaborazione di strutture per l’efficiente gestione di patrimoni e nella protezione della ricchezza da rischi professionali o imprenditoriali.
La pianificazione ereditaria
Il planning successorio può spaziare dall’assistenza nella redazione di un testamento all’effettuazione di operazioni mediante
atti inter vivos che consentano di soddisfare il desiderio del cliente nella trasmissione intergenerazionale del suo patrimonio.
La dettatura di disposizioni testamentarie è opportuna quando si voglia derogare, per quanto possibile, alla devoluzione che conseguirebbe all’applicazione delle norme che disciplinano la successione per il caso della mancanza di un testamento: ad esempio, per ampliare la quota che sarebbe riservata a uno degli eredi rispetto agli altri, per disporre di qualche legato a favore di un soggetto diverso dagli eredi legittimi, per effettuare una divisione del patrimonio in modo che non si formi una comunione tra eredi, eccetera.
Il testamento è altresì opportuno in tutti quei casi in cui l’eredità si devolverebbe a soggetti diversi dai legittimari: classico è il caso del de cuius privo di figli, la cui eredità, in mancanza di testamento, si devolverebbe al coniuge superstite (per 2/3) e a fratelli e sorelle (per 1/3). La quota di questi ultimi, appunto mediante un testamento, può essere lasciata a chiunque.
La pianificazione ereditaria si può però effettuare, come detto, anche a mezzo di atti inter vivos: ad esempio, mediante donazioni (eventualmente con riserva di usufrutto in capo al donante) oppure mediante patti di famiglia, quando siano oggetto di trasmissione azioni o quote di partecipazione al capitale di società.
Il patto di famiglia è il contratto mediante il quale nella famiglia dell’imprenditore si concorda che l’azienda di famiglia venga proseguita da uno dei discendenti e che gli altri eredi dell’imprenditore siano “liquidati” in denaro o con attribuzioni “in natura”: il pregio di questo contratto è che esso, al contrario delle donazioni, non è suscettibile di contestazioni, in sede di successione ereditaria dell’imprenditore, a causa del fatto che gli eredi abbiano avuto trattamenti eccessivamente sperequati tra loro.
Gli strumenti di gestione
Una richiesta oggi molto frequente è quella di strutturare un trust o una società semplice come casseforti del patrimonio,
mobiliare e immobiliare di famiglia. L’utilizzo della società semplice (particolarmente apprezzato per la sua maneggevolezza,
flessibilità e sburocratizzazione) è stato di recente sdoganato dalla prassi professionale, poiché fino a poco tempo fa, aleggiava
il dubbio che la società semplice non potesse essere usata che per l’esercizio di attività agricole.
Quanto al trust, dopo poco più di un ventennio circa di “acclimatamento” di questo istituto anglosassone al nostro ordinamento, può finalmente dirsi che esso è diventato un solido e affidabile strumento di lavoro, di opportuno utilizzo in tutti i casi in cui la situazione patrimoniale da gestire necessiti di una visione di lunga scadenza, da parte di un terzo (il trustee) che porti avanti nel tempo il programma di gestione del patrimonio affidatogli dal titolare del patrimonio stesso, il quale pensi di non potervi provvedere personalmente
La protezione del patrimonio
Chi svolge un “mestiere” pericoloso (un amministratore di società, un imprenditore, un professionista) si pone il problema
di preservare i beni personali, acquistati con il frutto della propria attività, dal rischio di essere aggrediti per ragioni
di responsabilità derivante dallo svolgimento della loro attività lavorativa.
Beninteso, nel nostro ordinamento la legge tutela il creditore e rende contestabili gli atti con i quali il debitore deprima in modo fraudolento il proprio patrimonio al fine di pregiudicare i diritti dei creditori. Le strategie di wealth planning, finalizzate alla protezione del patrimonio, consistono, dunque, in tutte quelle attività lecite che - anteriormente al sorgere del credito - consentano di evidenziare ai potenziali futuri creditori che il patrimonio di un dato soggetto offre una capienza limitata; e che, quindi, il creditore non può contare su risorse patrimoniali maggiori.
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