Un’iniziativa fatta dalle aziende e per le aziende. Perché è vero che la guida degli otto Competence center previsti dal Piano Industria 4.0 del 2016 fa capo al mondo delle università, ma «i veri protagonisti sono le imprese», spiega Marco Taisch, docente al Politecnico di Milano e presidente di Made, il centro coordinato dall’ateneo milanese istituito lo scorso gennaio, che entro fine anno sarà operativo nella nuova sede di 2.500 mq in corso di realizzazione all’interno del Campus Bovisa.
«Noi ci mettiamo il cappello e le competenze, assieme alle altre tre università partner: Bergamo, Brescia e Pavia – aggiunge il professore –. Ma le iniziative sono promosse dalle imprese, secondo un modello di sinergia pubblico-privato che è l’anima stessa di questi Competence center». Imprese utenti, ma anche imprese partner: a oggi fanno parte della compagine 39 realtà private tra fornitori di tecnologie (come Siemens, Bosch, Ibm, Italtel, Kuka o Comau), player della formazione (tra cui Adecco, Gi Group o Ecole), società di consulenza e grandi utenti (come Brembo o Mbda), ovvero gruppi industriali che hanno in cantiere programmi a lungo termine con il centro milanese e hanno perciò scelto di entrare nella sua struttura.
Grazie a questi partner, Made ha raddoppiato il capitale di partenza, con circa 11 milioni di finanziamenti privati che si aggiungono ai 10,6 milioni erogati dal ministero per lo Sviluppo economico lo scorso aprile, su un totale di 73 milioni previsti dal governo per gli otto centri nazionali. Ma il numero di soci è in divenire e già altre sette aziende hanno manifestato interesse a partecipare.
L’obiettivo dei centri di competenza nazionale è formare e accompagnare le imprese (soprattutto piccole e medie) nel percorso di innovazione e trasformazione tecnologica, in sinergia con i Digital Innovation Hub promossi da Confindustria. Milano ha scelto di puntare sul digital manufacturing, dalla robotica collaborativa all’utilizzo dei big data, dalla realtà aumentata alla manutenzione a distanza, dalla progettazione virtuale alle interazioni uomo-macchina. «Il nostro focus sono la gestione e l’ottimizzazione di una fabbrica digitale – spiega Taisch –. Le attività dipenderanno dal grado di maturità delle imprese e dagli obiettivi prefissati». Made avrà a disposizione 14 isole multi-funzionali destinate alla formazione del personale o al trasferimento tecnologico. Il primo passo, per le realtà “immature” sotto il profilo di Industria 4.0, sarà vedere in che cosa consiste una fabbrica digitale e come funziona: ciascuna isola metterà in mostra un pezzo di fabbrica, facendo comprendere come si progetta un prodotto, come si usano i i dati, come si fa la manutenzione 4.0. Le imprese un po’ più mature faranno formazione avanzata, grazie al know-how delle aziende partner. Infine, le aziende più avanzate si rivolgeranno al centro per implementare un progetto, attraverso un supporto sia pratico, sia economico.
Obiettivo di Made è raggiungere nel triennio oltre 10mila persone attraverso attività di informazione e divulgazione, erogando più di 41mila “ore-uomo” di formazione, sviluppare circa 410 progetti e 200 assessment digitali, coinvolgendo 15mila imprese, per l’80% Pmi.
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