L’assemblea annuale di Confindustria è stata aperta ieri con un video che racconta dell’Italia che troverà tra 20 anni un bambino nato il 22 maggio 2019. È un filmato molto bello: «Quella Italia», ha commentato Vincenzo Boccia, presidente degli imprenditori italiani, all’inizio dell’intervento, «dipenderà dalle scelte che faremo noi, adesso». Proprio questa è la chiave di lettura dell’intera relazione, che sottolinea la necessità di «riaccendere la speranza e costruire certezze nell’Italia che accoglierà tutti i bambini e le bambine di oggi».
Questa è la vera scommessa. E su questa scommessa Boccia ha segnato un cambio di passo determinato, spiegando chiaramente che è il momento di cambiare le regole del gioco: lo sguardo va alzato dalla quotidianità litigiosa alla costruzione del futuro.
La sfida è superare la miopia del giorno per giorno, della ricerca del consenso fine a se stesso, per giocare partite decisive. L’accoglienza della platea degli imprenditori, ieri, al Parco della Musica, a Roma, è stata di totale condivisione, che si è tradotta in una standing ovation al termine dell’intervento, con la platea in piedi ad applaudire.
La cronaca dell’assemblea apre l’ultimo anno di Boccia alla presidenza. Tra i passaggi chiave uno va considerato la premessa di ogni altra affermazione: la necessità di «sfuggire alla trappola dei tatticismi» recuperando «visione e coraggio», «il senso dell’impegno e del sacrificio» perché «noi siamo i discendenti di quegli uomini e di quelle donne che hanno ricostruito l’Italia e dobbiamo mostrarci all’altezza del loro esempio e del loro insegnamento».
Boccia ha rivendicato la centralità di Confindustria. A livello europeo significa la capacità di lavorare a quella che ha definito «l'alleanza naturale con Germania e Francia, le principali manifatture d'Europa assieme all'Italia» grazie al «percorso comune» con le rispettive organizzazioni imprenditoriali, la tedesca Bdi e la francese Medef.
Sul fronte interno la scelta di campo è per una «società inclusiva, solidale, moderna» che ridia «centralità al lavoro» ripartendo dal patto di mezzo secolo fa tra l’allora presidente di Confindustria, Angelo Costa, e Giuseppe Di Vittorio, leader della Cgil. Nei rapporti con il governo la volontà è «d'impostare una politica economica basata su realismo e pragmatismo», come «atto di generosità da dedicare ai ragazzi che vogliono e hanno diritto di vivere e lavorare in Italia per il futuro di tutti noi». Soltanto così, ha concluso Boccia ricollegandosi al filmato iniziale, il bambino nato ieri «diventando ragazzo e poi uomo sarà grato alla nostra generazione».
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