Val di Susa e Melendugno. Due luoghi legati nell’immaginario collettivo al no delle comunità locali a due grandi opere: la Tav e il gasdotto Tap. Il voto alle europee e alle regionali in queste aree però racconta un’altra storia: il vento in poppa alla Lega, favorevole alle grandi opere. E il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, al termine della riunione di maggioranza al Senato sul decreto sblocca cantieri risponde così alla domanda se l'esito delle elezioni europee possa cambiare la posizione del governo su alcuni temi, come la Tav: «Non cambia assolutamente nulla, i miei dossier vengono gestiti oggi come venivano gestiti prima delle elezioni».
Il risultato elettorale sui territori
A Susa, alle Europee il Carroccio è primo partito con il 33,5%. Il M5s, che tiene alta la bandiera No Tav, è al 26,6%. Non solo. Qui
si è imposto alle regionali il candidato di centrodestra Alberto Cirio. E se si guardano ai partiti sì Tav, sono maggioritari:
la Lega è al 24,6%, Forza Italia al 6%, il Pd al 10,6%. Il M5s è forte, ma il candidato M5s Giorgio Bertola si è fermato
al 28,9%. Alle politiche del 2018 il Movimento invece conquistò il seggio con il 40% dei voti. Stesso trend anche a Chiomonte, dove nel 2011 sono iniziati i lavori preparatori al cantiere. Qui Cirio ha preso il 49,7%. E la Lega è primo partito con
il 31%. Dato confermato alle europee con il Carroccio in testa con il 36,3%. Anche l’altra località strategica di Giaglione vede alle europee imporsi la Lega con il 34,4%. E alle regionali, anche se il M5s è primo partito con il 33%, è ancora Cirio
il candidato più votato. Con la Lega al 31,5%. Il cuore della resistenza alla Tav è Venaus. Qui alle regionali è stato un plebiscito per Bertola, il più votato con il 52%. E anche alle europee il M5s è primo partito
con il 45,7%.
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Il caso Meledugno
Se ci spostiamo in Puglia, è interessante il caso Melendugno. Qui, nella località nota come Mamanera a San Foca, dovrebbe approdare il gasdotto Tap, opera avverasata storicamente dal
M5s, poi “piegatosi” al via libera (Di Maio parlò di scelta dolorosa ma necessaria per via delle «penali per quasi 20 miliardi
di euro»). Una decisione fortemente contestata dai comitati locali. Colpisce che mentre a livello regionale in Puglia il
M5s sia primo partito, a Melendugno vince la Lega con il 26,3% (il M5s insegue con il 22,3%).
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