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sulla piattaforma rousseau

M5S, voto online: Di Maio confermato capo politico con l’80% dei consensi

Con l’80% di consensi la piattaforma Rousseau ha confermato Luigi Di Maio come capo politico M5S. La notizia arriva dal Blog dello Stelle, secondo il quale «oggi è scritta una delle pagine più belle della storia di democrazia diretta del MoVimento 5 Stelle», «non per il risultato uscito fuori dalle “urne», che ha confermato la fiducia a Di Maio, ma per «la partecipazione record a una votazione online per il MoVimento- si legge nel blog - che è anche il record mondiale per una votazione online in un singolo giorno per una forza politica». «Ripartiremo più forti di prima, per il Movimento e per il Governo che sosteniamo», ha detto Di Maio commentando l’esito della votazione.

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Alla domanda «Confermi Luigi Di Maio come capo politico del MoVimento 5 Stelle?» hanno risposto “sì” in 44.849, mentre i “no” sono stati 11.278 . «Se libertà è partecipazione, oggi Rousseau è stato uno strumento di grande libertà - si legge nel Blog delle Stelle -. Con 56.127 preferenze espresse, la nostra piattaforma online ha fatto registrare il record assoluto».

Di Maio: ripartiremo più forti di prima
«Ringrazio chi mi ha confermato la fiducia, non mi monto la testa, questo è il momento dell’umiltà» ha detto Di Maio commentando il voto. «La riconferma del mio ruolo di capo politico è solo il primo passo per avviare una profonda organizzazione del Movimento 5 Stelle - ha aggiunto - per renderlo più vicino ai cittadini, ai territori, per rimarcare la nostra identità». Il leader Cinquestelle annuncia quindi che «tra qualche settimana conoscerete la nuova struttura organizzativa che per me deve prevedere compiti ben precisi in capo a persone individuate dal Movimento». E aggiunge: «Non perderò tempo, domani avrete già novità sul rinnovo di alcuni ruoli e procedure interne. Sono sicuro che insieme ripartiremo più forti di prima. Per il MoVimento 5 Stelle e per il Governo italiano che sosteniamo».

Clima teso nel Movimento
Un risultato quasi scontato, ma non è detto che il voto favorevole comporti per Di Maio una guida tranquilla nei giorni a venire. Perchè anche la percentuale quasi “bulgara”, unita agli endorsement di grande peso di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, non è detto che risolva di per sé, magicamente, il clima di rivolta interno al Movimento di cui si è avuto un primo saggio nella riunione di ieri notte degli eletti. Presenti Roberto Fico e Alessandro Di Battista, a segnalare appunto l'importanza del momento.

Da parte del padre nobile sono arrivate inequivocabili parole in soccorso a Di Maio, per Grillo infatti «siamo di fronte ad un fenomeno di rigetto dell'Italia peggiore nei confronti del movimento» e « si vince e si perde insieme quando la minaccia non viene da dentro, deve restare chi è ancora in gara, nessuna espiazione». E dal canto suo anche Davide Casaleggio ha benedetto la scelta «coerente» e «coraggiosa» di rimettersi agli iscritti. Una decisione giustificata da alcune durissime prese di posizione che non hanno lasciato indifferente Di Maio. «Anche io ho una dignità e negli ultimi due giorni mi sono sentito dire di tutto. A me non me ne frega nulla della poltrona», ha scandito il vicepremier scagliandosi anche contro la lettera della commissione Ue («è assurda, ma l'Italia non si piega»).

Contrarietà tuttavia alla votazione su Di Maio era stata espressa dal presidente della Camera Roberto Fico, in occasione dell'assemblea alla Camera. «È da vecchia politica mettere in discussione il capo politico dopo una sconfitta dopo le prime elezioni. Abbiamo un vertice senza avere tutto il resto, quindi abbiamo preso solo il peggio». Di sicuro sotto accusa si è venuta a trovare la comunicazione dei Cinque Stelle. Carla Ruocco, presidente della Commissione Finanze a Montecitorio, giovedì in un'intervista ha dato voce al dissenso. «Il problema è che il Movimento 5 stelle ha sempre detto che anche un doppio incarico fa deconcentrare rispetto all'incarico principale. Qui ce ne sono quattro. Secondo me è più che normale e legittimo, in un momento in cui paese è in difficoltà, chiedersi se sia opportuno che una sola persona concentri tutti questi incarichi, anche alla luce di un risultato elettorale che ha visto deluse 6 milioni di persone. Secondo me non lo è».

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Valutare la possibilità di un restyling alla squadra dei ministri è quanto di cui s’è fatto portavoce Emilio Carelli. Al momento la linea maggioritaria appare appare orientata a lasciare campo aperto ai provvedimenti di Matteo Salvini ivi compresi quelli più complicati, come la flat tax. Mentre sul piano interno il capo politico potrebbe dar seguito all'idea della "segreteria" allargata a più persone.

«Il Movimento 5 Stelle non perde mai, o vince o impara. E adesso stiamo ripartendo», questo uno dei post rilanciati sui social dal M5S nella giornata di giovedì. Su Facebook Di Maio, a voto in corso, si era affrettato a smentire alcuni retroscena tinti di veleno. «È sempre la stessa storia, che si protrae da anni. Noi contro tutti, tutti contro di noi. È un meccanismo collaudato, ma noi non cediamo di un centimetro».

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