Come si sono comportati gli elettori delle città al voto nei ballottaggi di domenica rispetto al recente voto per le europee del 26 maggio scorso? L’analisi dei flussi elettorali per cinque città (Forli, Ferrara, Campobasso, Livorno e Cremona) effettuata da Roberto D'Alimonte e Aldo Paparo per il Cise ci dà subito qualche elemento di analisi interessante: la fedeltà
piuttosto alta dell’elettorato del Pd, che non si è rifugiato nell’astensione e solo in numero quasi irrilevante ha scelto
il candidato del centrodestra al secondo turno; la tendenza più alta verso l’astensione da parte dell’elettore che alle europee
ha votato per la Lega; la mobilità dell’elettorato dei 5 Stelle, che dopo un anno di governo con la Lega torna a scegliere in alcuni casi il candidato del centrosinistra al ballottaggio invece di sommare il proprio voto al centrodestra.
Le (ex) roccaforti rosse A Forlì, ad esempio, conquistata dal centrodestra con Gian Luca Zattini, gli elettori del Pd sono tornati tutti al voto per il ballottaggio
e per il 92% hanno confermato la loro scelta di appartenenza mentre ben il 21% degli elettori che alle europee avevano scelto
Lega hanno preferito starsene a casa. Quanto agli elettori pentastellati, esclusi dal ballottaggio, la maggior parte sono
rimasti a casa (58%) mentre il 17% ha scelto il candidato del centrosinistra e il 25% è confluito sul vincente Zattini.
Un quadro simile a Ferrara, altra roccaforte rossa strappata dal centrodestra a trazione leghista al Pd e ai suoi alleati con Alan Fabbri. Qui gli elettori
del Pd hanno “tradito” nell'11% dei casi (2% ha votato Fabbri mentre il 9% è rimasto a casa) mentre il 14% di chi aveva votato
Lega il 26 maggio si è astenuto al ballottaggio. Astensione forte anche tra l’elettorato dei 5 stelle (28%) mentre il resto
si è diviso tra il candidato del centrosinistra (28%) e il vincente Fabbri (40%).
Pd vince dove l’elettore leghista si astiene e quello del M5s si divide Che cosa è accaduto invece nelle città dove non ha vinto il centrodestra a trazione leghista? Nel caso di Cremona il traino del vincente Gianluca Galimberti ha trascinato anche una parte del voto leghista: il 23% di chi aveva scelto Lega
il 26 maggio lo ha votato, mentre il 27% è rimasto a casa. Fedelissimo l'elettorato del Pd (solo l'1% ha votato il candidato
del centrodestra e solo l'1% è rimasto a casa). Mentre l’elettorato del M5s ha contribuito alla vittoria di Galimberti in
maniera determinante: il 47% lo ha votato a fronte di un 32% rimasto a casa (il candidato del centrodestra è stato scelto
dal 21% degli elettori pentastellati).
A Livorno, città perduta dal M5s dopo 5 anni di amministrazione controversa e riconquistata dal centrosinistra, la delusione dell’elettorato
pentastellato si è riversata soprattutto nell’astensione (64%) mentre il 26% ha scelto il vincente Salvetti e solo il 10%
il candidato del centrodestra. Quanto agli elettori leghisti, sono rimasti a casa nel 16% dei casi e il 9% di loro ha votato
Salvetti.
Il caso Campobasso Diverso il caso di Campobasso, unica città conquistata al ballottaggio dal M5S (il centrosinistra ne è rimasto escluso): in questo caso a determinare il voto sono stati gli elettori del Pd, che nell’83%
dei casi hanno votato il vincente Gravina mentre solo nel 17% dei casi sono rimasti a casa (i voti per il candidato di centrodestra
sono stati pari a zero). Qui ha influito anche la forte astensione dell’elettorato che il 26 maggio aveva scelto Lega, evidentemente
non convinto dal canddiato D'Alessandro: il 62%.Il caso di Campobasso dimostra che l'elettorato del Pd, quando non può confermare
la fedeltà al suo partito, si riversa massicciamente sul candidato pentastellato, evidentemente percepito come più di sinistra
e come argine alla destra salviniana.
La delusione degli elettori del M5s, che (in parte) tornano a sinistra Ma la novità di questo turno di ballottaggio sembra essere il comportamento degli elettori del M5s: mentre alle amministrative
di 5 anni fa i voti pentastellati erano soprattutto in funzione anti-Pd e si andavano a sommare con quelli della Lega, dopo
un anno di governo giallo-verde gli elettori grillini sembrano molto in sofferenza rispetto all'alleanza con la destra di
Salvini e lo dimostrano riversando parte importante dei loro voti sul candidato di centrosinistra. Si parla molto, nei palazzi,
della possibile futura alleanza tra Pd e M5s in funzione antisalviniana. Ma in attesa che la politica trovi le sue forme
sembra che gli elettori si stiano già organizzando per conto loro.
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