La flat tax del 7% per i pensionati residenti all’estero che trasferiscono al Sud in comuni fino a 20mila abitanti la loro residenza, potrà essere utilizzata per 9 anni e non più cinque come inizialmente previsto dal decreto fiscale di fine anno. Non solo. Il regime fiscale di vantaggio per attrarre pensionati, sulla falsariga di quanto già avviene in Portogallo, diventa accessibile anche ai cittadini della terza età italiani che erano all’estero. Sono alcune delle modifiche approvate alla Camera dalle commissioni Finanze e Bilancio al decreto crescita.
Ammesso il rientro di pensionati italiani
In sostanza con un emendamento della Lega (primo firmatario Cavandoli) l’aliquota del 7% a titolo di imposta sostitutiva potrà
essere applicata a tutti i redditi prodotti all’estero (salta la specifica di “fonte estera”) da pensionati che negli ultimi
5 anni erano residenti fuori dall’Italia, e che si trasferiscono in una piccola città del Mezzogiorno (con meno di 20.000
abitanti).
Nove anni di flat tax
L’altra novità di rilievo riguarda la durata del regime fiscale di vantaggio per i pensionati attratti dal sole e dal mare
del Sud Italia. L’emendamento della Lega porta da cinque a nove anni la durata dell’opzione per chiedere l’applicazione dell’imposta
sostitutiva del 7% sui redditi di qualunque categoria prodotti all’estero. L’assoggettamento dei redditi di qualunque categoria,
percepiti da fonte estera o prodotti all’estero, individuati secondo i criteri di cui all’articolo 165, comma 2, a un’imposta
sostitutiva, calcolata in via forfettaria, con aliquota del 7 per cento per ciascuno dei periodi di imposta di validità dell’opzione.
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