Se si analizza la mappa dei circa 8mila comuni italiani emerge che sono 1134 quelli amministrati da un primo cittadino donna. Solo uno su sette (il 14,3%). A conferma di un ritardo culturale del Paese in tema di gestione della cosa pubblica. Ma se si concentra l’attenzione sull’ultima tornata di amministrative quest’anno, iniziata con le comunali in Sicilia il 12 maggio e conclusa con le elezioni nei 28 comuni della Sardegna il 16 giugno (al netto dei due ballottaggi in agenda a Sassari e Monserrato; in quest’ultimo caso con protagonista una candidata donna) si nota un leggero cambio di passo.
Oltre seicento donne sindaco quest’anno
Nei 3825 Comuni italiani in cui si è votato quest’anno (circa la metà del totale), infatti, le donne elette alla carica di
sindaco sono state 628, ossia il 16,4% del totale. Di queste 41 di centrodestra, 37 di centrosinistra e le restanti 553 appartenenti
a liste civiche. Da sottolineare che solo 54 provengono da regioni del sud: tutte le altre sono state elette in comuni del
centronord.
Elette quattro donne in Sardegna
Tra le prime cittadine dei centri maggiori, da segnalare la riconferma al primo turno a maggio di Brenda Barnini a Empoli (38 anni) alla guida di una coalizione di centrosinistra (Pd e due liste civiche). Ma anche Elena Piastra, 35 anni, nuovo sindaco di Settimo Torinese (succede a Fabrizio Puppo di cui era stata vicesindaco), anche lei di centrosinistra.
E Elena Pavan, sindaco di centrodestra di Bassano del Grappa. Sconfitta di misura, invece, a Cagliari la candidata di centrosinistra Francesca
Ghirra, che però ha chiesto il riconteggio dei voti. Quattro le donne sindaco elette in questa tornata elettorale in Sardegna
il 16 giugno: Clara Michelangeli (lista civica) a Onanì (Nuoro); Claudia Mura (lista civica) a Calasetta (sud Sardegna); Paola Casula (lista civica) a Guasila (sud Sardegna); Anna Maria Teresa Diana (lista civica) a Sant’Anna Arresi (sempre sud Sardegna)
© Riproduzione riservata