Con un colpo di reni Giuseppe Cavo Dragone ha battuto in vista del traguardo i concorrenti nella corsa a capo di Stato maggiore della Marina militare. Il decreto di nomina con il suo nome, sigillato con ceralacca rossa, è entrata da solo ieri al Consiglio dei ministri alle 21: per i colleghi Carlo Massagli e Paolo Treu non c'è stata più storia. Parliamo di tre ammiragli capicorso, di prestigio indiscusso. Cavo Dragone, oggi ricevuto al Quirinale insieme all'uscente Valter Girardelli, prende il timone di una forza armata in piena metamorfosi.
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Il senso politico della nomina
Un fatto è indubbio: il nuovo numero uno della Marina mette d'accordo tutti. Stimato dal Colle, dalle anime politiche di governo
a partire dal ministro Matteo Salvini, e dallo Stato maggiore della Difesa dove lascia la guida del Coi, il comando operativo
interforze, sostituito molto probabilmente dal generale dell'Esercito Luciano Portolano. Il ministro della Difesa, Elisabetta
Trenta, con tenacia ha sostenuto fino all'ultimo Paolo Treu, sottocapo di Stato Maggiore; ma ha sempre ammirato Cavo Dragone.
In corsa è stato anche Massagli, consigliere militare di Conte, forse però l'età più giovane rispetto ai colleghi è diventata
un limite, se non l'ostacolo decisivo: sarebbe stato l'unico, al termine dell'incarico, a poter concorrere alla nomina più
prestigiosa, quella di capo di Stato maggiore della Difesa. Il top assoluto.
La corsa per il vertice della Difesa
A norme invariate non sarà possibile per Cavo né lo sarebbe stato per Treu: l'incarico di vertice alla Marina è triennale,
compreso il periodo che in assenza di promozione sarebbe stato già di pensionamento. Dopo però non è possibile un nuovo o
diverso mandato. Molti pensano che dietro l'esito di ieri ci sia stata una vittoria implicita dell'Esercito: alla scadenza
del generale dell'Aeronautica Enzo Vecciarelli, oggi numero uno Smd, le possibilità di sostituirlo dei vertici in grigioverde
diventano più alte rispetto agli ammiragli. Per concorrere è sufficiente avere tre stelle ma l'Esercito sembra da oggi per
allora rafforzato. Nonostante una prassi di alternanza tra le tre forze armate a Smd – in realtà già violata – indicherebbe
la Marina.
Pilota, paracadutista, cintura nera di karate
Piemontese, classe 1957, liceo classico, laurea in Scienze Politiche a Trieste e in Scienze della sicurezza a Pisa, Cavo Dragone
è un lavoratore instancabile ma amatissimo dai suoi militari. Entra in Accademia Navale nell'ottobre 1976 e pochi mesi dopo
ha un dolore enorme: 38 suoi colleghi di corso erano su un C-130 Hercules dell'Aeronautica precipitato il 3 marzo 1977 sul
monte Serra, in provincia di Pisa, non si salvò nessuno. Lì Cavo Dragone dimostra subito le doti di un grande ufficiale: fare
squadra e coesione. Nell'agosto 1991 a Norfolk in Virginia è uno dei primi piloti di Marina alla guida del jet multiruolo
AV8B. Ha comandato la portaerei Garibaldi e per tre lustri, dal settembre 2002, è stato ai vertici operativi della Marina,
tra cui i mitici incursori del Comsubin, e interforze. A cinquant'anni ha preso il brevetto di paracadutista militare.
Il duca di Hormuz
È stato ribattezzato il duca di Hormuz, dal nome del leggendario genio militare portoghese. Colpisce, soprattutto, nel suo
curriculum ufficiale un passaggio sorprendente che rompe lo stile un po' noioso di questi documenti. Con orgoglio, l'ammiraglio
scrive che «anche se con un po' di “ruggine”, si pregia del titolo di cintura nera di 1° Dan di Karate stile Shotokan». Ora
si attendono le sue mosse.
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