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Impresa & Territori IndustriaTre mosse possibili per far decollare l'efficienza energetica

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Tre mosse possibili per far decollare l'efficienza energetica

Ma ecco la vera carta da giocare per dare dimensione strategica alla certificazione: devono essere previsti sconti fiscali per i virtuosi, legando l'indice di efficienza degli immobili alle imposte sull'immobile stesso, con penalizzazioni e premi ad invarianza di introito complessivo per lo Stato. Con una vera catena di effetti positivi: benefici per l'efficienza energetica del Paese, una spinta propulsiva alla filiera industriale delle installazioni e degli apparati, e positivi riflessi sull'occupazione e sul Pil (come dimostrano numerosi studi).

C'è poi la grande sfida dell'automobile elettrica. Certo, la solo-elettrica è ancora lontana dalla piena praticabilità. Ma le ibride si stanno facendo strada. E intanto si apre una frontiera parallela e per molti versi ancora più interessante: quella del mini-ibrido, con l'integrazione nelle attuali automobili di dispositivi per recuperare l'energia in frenata e in decelerazione ricaricando batterie maggiorate, restituendo poi l'energia sotto forma di ausilio elettrico al motore per accrescerne (non poco) l'efficienza. Si tratta, a ben vedere, della trasposizione commerciale del Kers nato e sviluppato nella Formula Uno.
È nota la competenza italiana nel connubio tra meccanica ed elettronica evoluta. Peccato per la nostra ritrosia verso l'auto elettrica e i suoi derivati. Cosa fare? Qualche incentivo mirato potrebbe dissodare il terreno, producendo vantaggi economici complessivi superiori agli esborsi. Le istituzioni potrebbero varare un bando di ricerca applicata coinvolgendo Enea e Cnr in progetti pubblico-privato.

Grandi promesse e grandi ostacoli, nel frattempo, per le pompe di calore nella climatizzazione. La tecnologia avanza. Oggi, nei parametri strettamente energetici, le pompe di calore non sono solo la soluzione più conveniente per affrescare un immobile ma anche per riscaldarlo, sostituendo le caldaie a metano. Gli ostacoli: la struttura tariffaria imposta ai contratti elettrici, che prevede prezzi fortemente progressivi con il crescere dei consumi, e le norme burocratiche per le installazioni che in parte vanificano incentivi teoricamente poderosi (quelli del beneficio fiscale del 65%) estesi anche a questi apparati. Cosa fare?

Troppo timida, e comunque ritardataria, la scelta della tariffa elettrica sperimentale "piatta" annunciata dall'Authority energia per la prossima estate. Per liberare la convenienza economica delle pompe di calore non è necessario mettere mano alle tariffe di maggior tutela aggiornate trimestralmente. È sufficiente creare intanto un "osservatorio" di certificazione, preferibilmente con le associazioni dei consumatori, sull'effettiva convenienza comparativa delle formule tariffarie "piatte" che gli operatori sul mercato libero saranno indotti ad offrire anche grazie ad eventuali atti normativi. E bando alla burocrazia per le installazioni e sostituzioni che beneficiano degli incentivi fiscali. Va previsto anche qui un meccanismo di autocertificazione con controlli a campione. Sogni irrealizzabili? Niente affatto.

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