In Italia un’assunzione su 3 richiede competenze sulle tematiche 4.0 ma soltanto il 10% delle imprese ha già realizzato dei
corsi di formazione specifici e, ben il 70%, non ha in programma di avviarne in futuro. Questi gli impietosi risultati di
un recentissimo sondaggio effettuato da Unioncamere su un campione di 2.823 aziende. Tra le felici eccezioni vi è il gruppo
orvietano Vetrya, quotato all’Aim Italia da fine luglio 2016. Vetrya è un’azienda high-tech, in quanto opera nel comparto
dello sviluppo di servizi digital, applicazioni e soluzioni broadband. Appartiene quindi a un settore che, sempre secondo
il sondaggio Unioncamere, richiede competenze 4.0 per oltre il 70% delle nuove assunzioni.
Non a caso la società umbra ha da alcuni anni creato (e ampliato a inizio 2018) un “Corporate Campus” con aree dedicate allo sviluppo di applicazioni e piattaforme per l’industria 4.0 e creato la scuola di innovazione “Vetrya Academy” che ha avviato a settembre 2018 la prima Summer School dedicata ai giovani laureati che intendono intraprendere una carriera nel digitale. Vetrya ha anche promosso la cattedra in “machine learning and artificial intelligence” all’interno del nuovo corso di laurea management & computer science avviato presso l’università Luiss di Roma a partire dall’anno accademico 2018 – 2019.
Ebit e utile netto in forte aumento, basso livello del debito
Iniziative senz’altro meritorie ma vanno a scapito dei conti? Niente affatto. Nel primo semestre 2018 Vetrya ha evidenziato
una lieve flessione dei ricavi (-5,1% a 26,7 milioni), ma grazie soprattutto a una flessione dei costi per servizi pari all’11,9%
a circa 22 milioni (soprattutto per minori contenuti video da veicolare
attraverso le piattaforme per i servizi di m-commerce) ha evidenziato un balzo dell’ebit da 661mila euro a 1,8 milioni, mentre l’utile netto è passato da 320mila euro a 1,26 milioni anche per effetto di un’incidenza fiscale scesa dal 42,7% al 29,8%. L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2018, pari a 6,55 milioni, risultava stabile rispetto a fine 2017 e dava luogo a un rapporto debt/equity piuttosto contenuto (0,36 volte). Questo nonostante investimenti per circa 1,3 milioni nel primo semestre 2018 e un incremento del costo del personale da 2,2 a 2,7 milioni (+25,2%). A fine 2017 i dipendenti Vetrya erano 96 mentre al 30 giugno 2018 erano diventati 111.
Prevista espansione all’estero e crescita anche per linee esterne
E per il futuro? Vetrya non ha fornito alcuna guidance numerica ma ha da poco presentato le linee strategiche 2018 – 2023
che prevedono, in Italia, l’introduzione di nuove soluzioni e servizi nel “tradizionale” comparto dei servizi digital ma anche
lo sviluppo di nuove fonti di ricavo nell’offerta di servizi broadband e ultra-broadband alle aziende tlc su rete fissa e
mobile. A livello internazionale, oltre a consolidare la presenza negli Stati Uniti, Malesia, Brasile e Spagna, è previsto
l’ingresso in altri Paesi. E non sono escluse acquisizioni di aziende che dispongano di competenze complementari a quelle
del gruppo.
Nel corso del 2018 il gruppo Vetrya ha siglato contratti – quasi tutti senza scadenza – per la fornitura di servizi mobile
payment in Polonia (con la francese Orange), Spagna (con Vodafone), Brasile (con Tim Brasil) e in alcuni Paesi del Nord ed
Est Europa nonché del Sud-Est asiatico (con Telenor). Si è anche aggiudicata un contratto con Enel per la fornitura di servizi
digital e di una piattaforma cloud computing di video distribution live e on-demand.
Tecnologia e risultati di bilancio in nero, insomma, non sempre si contraddicono. Anzi Vetrya ha distribuito per l’esercizio 2017 un monte dividendi di circa 1 milione corrispondente a un pay-out di circa il 44% sull’utile netto consolidato. Il flottante? Alto per essere una società quotata all’Aim Italia, e pari a circa il 31% (la maggioranza del capitale sociale fa capo alla famiglia del fondatore Luca Tomassini). Last but not least, da ben quattro esercizi Vetrya redige il bilancio sociale, ben prima quindi che si potesse anche solo pensare alla quotazione in Borsa. Di Vetrya sentiremo ancora parlare. E non solo a Orvieto.
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