Risparmio

Sostenibilità, Bankitalia toglie dal portafoglio tabacco e armi…

  • Abbonati
  • Accedi
finanza sostenibile

Sostenibilità, Bankitalia toglie dal portafoglio tabacco e armi nucleari

Bankitalia si converte alla sostenibilità. La banca centrale italiana ha modificato i propri investimenti finanziari perché intende puntare su «fattori che favoriscono una crescita sostenibile, attenta alla società e all’ambiente». I fattori Esg (ambiente, sociale, governance) entrano dunque nell’orbita della banca centrale. Il primo step riguarda l’investimento azionario e si concluderà a fine giugno. Escono dal portafoglio dell’istituto centrale le aziende dei settori non conformi ai principi dell’UN Global Compact: tabacco e armi nucleari, chimiche o biologiche. Inoltre verranno privilegiate le «società con i punteggi migliori sui profili Esg secondo la valutazione compiuta da una società specializzata».

L’universo investibile di azioni (e in futuro di bond)

Le scelte di Bankitalia hanno riguardato, per ora, le azioni emesse da aziende dell’area euro, compresa l’Italia, che ammontano a circa 8 miliardi di euro, pari al 6% degli investimenti fiinanziari in euro e sono relative ai titoli di 140 società quotate. La strategia sostenibile non si fermerà all’azionario visto che l’istituto centrale intende «condurre approfondimenti per estendere l’adozione dei criteri Esg anche agli investimenti in obbligazioni societarie». Nel documento diffuso viene inoltre sottolineato che «l’adozione dei nuovi criteri di investimento non riguarda le operazioni e gli investimenti connessi con le attività istituzionali, condotte nell’ambito dei compiti assegnati al Sistema Europeo delle Banche Centrali dal Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea».

Le strategie utilizzate: screening negativo e integrazione criteri Esg

Entrando un po’ nel dettaglio della strategia, c’è quindi l’esclusione delle aziende appartenenti a settori controversi. Siamo in ambito di screening negativo, il criterio più diffuso al mondo da parte degli investitori istituzionali: sono circa 19,8 trilioni di dollari (su 31 trilioni di investimenti sostenibili al mondo, fonte Gsia) gestiti con tale strategia. Bankitalia però ha già fatto il passo successivo e ha integrato con criteri positivi Esg il proprio portafoglio conferendo a una società specializzata la selezione delle aziende best in class nel settore della sostenibilita: nel portafoglio azionario dovranno essere inserite le aziende quotate con il miglior punteggio Esg.

GLI INVESTIMENTI SOSTENIBILI DI BANKITALIA
Confronto tra indicatori ambientali, sociali e di governance del portafoglio ESG e del portafoglio attuale (Fonte: nostre elaborazioni su dati interni, societari e Reuters)

Primi risultati su gas serra, acqua e consumi di energia

Il mondo della finanza sostenibile è spesso accusato di fare troppe chiacchiere. C’è un criterio semplice per individuare chi fa del greenwashing (strategia di comunicazione) e chi declina in modo concreto la sostenibilità: la misurabilità. Nel documento di Bankitalia ci sono gli effetti dei nuovi criteri adottati: l’impronta ambientale del portafoglio diretto dell’istituto centrale migliora in termini di emissioni totali di gas serra (-23% circa, pari a -0,76 milioni di tonnellate), di consumo di energia (-30% circa, equivalenti a 7,67 milioni di
giga joule) e di consumo di acqua (-17% circa, pari a 6,95 milioni di metri cubi). Quale impatto ambientale? «Queste modifiche dei portafogli – si legge nella nota di Bankit – producono un impatto equivalente a quello che si avrebbe
azzerando i consumi annui di energia di circa 140 mila abitazioni e gli usi idrici di oltre 123 mila famiglie. Anche in termini di riduzione delle emissioni di gas serra i risultati raggiunti sono considerevoli: il calo è equivalente all’annullamento delle emissioni annue di 185 mila famiglie
».

Una critica e un suggerimento

Lo sforzo di Bankitalia è importante ed è un segnale per il mercato, soprattutto per le banche vigilate. Ci permettiamo però di fare una critica e di dare un suggerimento. La critica riguarda i fattori S e G dell’ormai nota sigla: nel documento viene segnalato che «i nuovi criteri adottati riguardano anche gli aspetti sociali e di governance i cui effetti sono comunque di minore entità». Anche se piccole o poche significative, a nostro modesto avviso, tali informazioni andrebbero fornite perché altrimenti S e G rischiano di “scolorire” mentre hanno la stessa dignità della E di Environment (Ambiente).
Il suggerimento: Bankitalia potrebbe diventare per l’Italia quello che è il Fondo sovrano norvegese per il Nord Europa. Ogni anno, infatti, Oslo comunica le azioni che escono dal portafoglio perché non più in linea con i criteri Esg adottati dal fondo sovrano. Se Bankitalia agisse allo stesso modo per il proprio portafoglio, diventerebbe un importante punto di riferimento per gli investitori istituzionali italiani (e sono tanti) che hanno deciso di intraprendere la strada degli investimenti sostenibili.

© Riproduzione riservata

>