Cultura-Domenica Teatro e danzaDiana Damrau, il soprano che pianse la prima volta che ascoltò Verdi
Diana Damrau, il soprano che pianse la prima volta che ascoltò Verdi
3 dicembre 2013
Diana Damrau (LaPresse)
La prima volta che si è messa a piangere ascoltando "Amami, Alfredo", Diana Damrau aveva un'età inusuale per la grande lirica: 12 anni. Galeotta fu la trasposizione cinematografica di Franco Zeffirelli, con Domingo nel ruolo dell'amato e Teresa Stratas come Violetta. "Questa è la cosa più bella che l'umanità possa creare" ricorda di aver pensato la Damrau, di fronte alla sontuosa interpretazione della coppia. Trent'anni dopo, la Violetta della prima della Scala 2013/2014 sarà lei.
Nella finzione scenica e nella potenza canora del "miglior soprano di coloratura del mondo", secondo una definizione del New York Sun che la precede sui palcoscenici di New York e Londra, Berlino e Milano. Alla "sua" Violetta, eroina sofferente di una Parigi interpretata prima di Dumas e poi da Verde, la Damrau è arrivata (relativamente) tardi. Il suo debutto nel ruolo, considerato vero e proprio vertice per i soprani di caratura internazionale, risale solo a quest'anno: Diana ha vestito i panni della Duplessis alla Metropolitan Opera di New York, con un pubblico che la conosce bene e ha accolto la consacrazione in una delle opere verdiane più esigenti nella tecnica canora.
Ora un secondo battesimo nella notte di Sant'Ambrogio, con Daniele Gatti a scandire i tre atti del melodramma. La bacheca della Damrau include tutti le voci femminili della lirica: Amina nel Sonnambulo di Bellini, Gilda nel Rigoletto verdiano, Donna Anna nel Don Giovanni di Mozart... Violetta è la sfida definitiva, la metamorfosi attoriale e canora che va attesa negli anni: "Prima di cantare Violetta ed esprimere i suoi sentimenti – ha dichiarato Damrau in un'intervista – devi capire la vita. Ai quei tempi, le cortigiane erano educatissime, potenti donne che potevano permettersi di vivere come gli uomini. Godevano di tutta la libertà che potevano desiderare. Erano donne di piacere e donne di intelletto". In passato l'amore sofferto di Violetta, che nella trama verdiana si nega fino ad abbandonare Alfredo per desiderio della famiglia di lui, si è impresso nelle interpretazioni di grandissime come Maria Callas per la lirica (sua la prima incisione, risalente peraltro a 60 anni fa: il 1953) o Greta Garbo al cinema. Ora Damrau lo esprime nella tensione vocale della seconda opera della trilogia popolare. "La cosa più bella che sia mai stata creata" nell'incanto senz'età della notte di Sant'Ambrogio.
Diana Damrau - Chi è
Nata Gunzurg, Germania, il 31 maggio 1971, Diana Damrau è nota come "the leading coloratura soprano in the world": la più grande soprano di coloratura della lirica mondiale. Debutta a 24 anni sul palcoscenico di Wurburg, nelle Le nozze di Figaro. Da allora una ascesa ininterrotta come interprete delle figure femminili più celebri della storia operistica . Sotto la direzione di maestri come Riccardo Muti, Zubin Mehta e Kent Nagano si è esibita in un repertorio che spazia da Mozart a Verdi, da Richard Strauss a Rossini. "Ospite" fissa al Metropolitan Opera di New York dal 2005 (97 esibizioni), tra i palcoscenici che l'hanno incoronata negli anni si contano la Scala di Milano, lo Staatsoper di Vienna, il Covent Garden di Londra e il Festival di Salisburgo. Incide esclusivamente per Emi/Virgin Records dal 2007. Un anno prima, in occasione dei campionati mondiali di calcio di Germania 2006, ha raggiunto un pubblico "non melomane" prestando la sua voce per un'esibizione nello stadio di Monaco di Baviera.
