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Che ne sarà del vecchio orologio? Perché l'Apple Watch…

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TRA MECCANICA E DIGITALE

Che ne sarà del vecchio orologio? Perché l'Apple Watch può spingere le “lancette smart”. Anche nel lusso

Scatta l'ora. Tim Cook svela da San Francisco i dettagli dell'Apple Watch e l'industria dell'orologeria, quella tradizionale, fa i conti con l'impatto dell'ultima creatura del gigante californiano. I più scettici avevano già replicato a settembre - quando si era alzato il primo sipario sullo smartwatch di Cupertino – che l'orologio di casa Apple non avrebbe smosso granché, almeno nella fascia alta. Gli orologiai svizzeri hanno visto le esportazioni triplicare in meno di 20 anni dai 7 miliardi di franchi svizzeri del 1995 ai quasi 22 miliardi registrati nel 2013.

Un boom che non si è fatto intimidire dall'evoluzione parallela della lancette digitali, anima diversa di un mercato – più o meno - complementare. Ma il resto del settore? I marchi di fascia media, più diffusi e più accessibili, si stanno già confrontando con la “mainstreamfication” dello smartwatch e il cambio di paradigma che potrebbe imprimere alla produzione. Apple ha ristabilito le geometrie di tutti i segmenti toccati nella sua espansione, dalla musica alla “telefonia” - anche se l'etichetta è riduttiva . Ed è lecito chiedersi cosa succederà con il Watch, il «più personale» degli oggetti prodotti da Apple e, soprattutto, il primo prodotto integralmente nuovo dai tempi dell'Ipad.

Effetto moltiplicatore sul mercato smartwatch. E i vecchi brand rincorrono
In effetti, sono soprattutto i meno costosi orologi al quarzo a temere che il Watch provochi un «disturbo di medio termine» al business. Gli entusiasmi di Wall Street offrono già qualche numero per ragionare: alcuni analisti si sono spinti a previsioni di 20 milioni di vendite nei primi 12 mesi, exploit che scatenerebbe un effetto “moltiplicatore” sul mercato. E non su solo quello ancora marginale degli smartwatch, equivalente a poco meno di 7 milioni di vendite nel 2014. Giganti dell'orologeria americana come Fossil hanno evidenziato che il nuovo arrivo di Cupertino equivarrà all'incrocio di «nuove opportunità» e «nuove sfide», vale a dire l'afflusso (positivo) di nuove categorie di clienti e i rischiosi urti alle vendite assestati dall'eventuale boom dell'orologio Apple.

Mario Peserico, presidente di Assorologi, ribadisce che l'impatto sul mercato sarà scandito da tempi diversi a seconda della categoria: «L'effetto sull'orologeria al quarzo sarà più rapido rispetto a quello sull'orologeria meccanica - spiega al Sole 24 Ore Peserico – Fino a oggi, è stato evidente che il mondo dello smartwatch non ha avuto grande esito. I grandi marchi sono in attesa di capire se quello che verrà introdotto otterrà successo e varrà la pena di proseguire». Marginale nelle vendite, il business degli orologi smart ha comunque raggiunto un valore di 1,2 miliardi di dollari nel 2014 e potrebbe allargarsi sul lungo periodo a proiezioni di 10 miliardi di dollari. «Mentre gli orologi svizzeri hanno impiegato anni per raggiungere un giro d'affari da circa 22 miliardi di franchi – dice Peserico - Se per gli smartwatch si parla già di queste cifre, abbiamo un'idea delle prospettive che si stanno creando».

In futuro (forse) anche gli orologi meccanici
Una tra le incognite sul nuovo Watch sarà il risultato delle sua versione Apple Watch Edition, il modello dorato che ammicca al lusso. Quanto basta a ipotizzare una contaminazione con gli orologi meccanici, nicchia d'eccellenza che fa la fortuna dei marchi svizzeri? Per ora, brand consolidati e tecnologicamente avanzati possono dormire sonni tranquilli: le esportazioni di orologi elvetici hanno debuttato nel 2015 con un valore di 1,6 miliardi di franchi, su del 3,7% rispetto a un anno fa e in coda a due mesi favorevoli. La clientela continua a scegliere l'orologio meccanico per ragioni che hanno poco a che spartire con le funzionalità dei “device indossabili”: l'oggetto estetico, la lavorazione, in un certo senso la “fuga dal digitale” garantita da lancette che rintoccano con una storia secolare alle spalle. Ma, spiega Peserico, «non si esclude che questa dinamica cambi: in prospettiva lo smartwatch potrebbe essere un competitor anche per l'orologio meccanico. Se il principio è quello di essere sempre connessi a un apparato tecnologico, l'orologio che ci accompagnerà potrebbe essere “smart”. Bisogna capire a che prezzo, però» spiega Peserico. I pronostici sono tutti in bilico. Ma niente esclude un matrimonio, per ora impossibile: «Magari ci si attrezzerà strumenti che compendino gli aspetti degli orologi smart con quelli meccanici. Alcuni accessori degli orologi meccanici consentono la connessione: è un buon compromesso, e potrebbe essere premonitore del futuro».

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