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Banzi perde il primo round per il controllo di Arduino

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Banzi perde il primo round per il controllo di Arduino

Arriva una prima decisione del Tribunale di Torino sulla vicenda Arduino, e dà ragione a Federico Musto contro Massimo Banzi. Come avevamo scritto i due, ma in realtà si tratta dell'americana Arduino LLC contro la Arduino srl di Ivrea, hanno diversi procedimenti in corso tra Italia e Stati Uniti che riguardano la proprietà di alcuni marchi.

Il primo verdetto riguarda un procedimento cautelare - una fattispecie speciale che ha carattere di urgenza - e sancisce che la Arduino srl può continuare a usare i marchi minoritari con il simbolo dell'Infinito, Yun e Zero (ovvero il nome di alcune schede). La decisione più importante è però attesa nei prossimi mesi e dovrà dare la risposta più rilevante, ovvero chi è il legittimo proprietario del marchio Arduino. A decidere sarà sempre il Tribunale di Torino, ma il giudice è diverso. Inoltre, in punta di diritto le conclusioni avranno tutt'altro peso: si tratterà di una sentenza giuridicamente vincolante, mentre quella appena presa è una ordinanza.

Sembra che il giudice stia facendo il possibile per favorire un accordo tra le parti, conscio dei danni che questa vicenda sta già facendo a quella che è stata la più bella storia di innovazione italiana degli ultimi anni, alle aziende che ne sono nate e a una comunità confusa.

Quanto al Tribunale del Massachusetts, ci potrebbero volere un paio di anni. Chiunque abbia a cuore Arduino non può che sperare in una decisione più rapida.
Lo stesso Banzi ha deciso di non aspettare e ha rivoluzionato la “sua” Arduino, lanciando la produzione negli Usa, stringendo un altro accordo della stessa natura in Cina e cambiando il nome alla celebre scheda in Genuino per quanto riguarda la produzione in Italia. In questo modo, senza aspettare il verdetto del giudice di Torino, la Arduino LLC e la sua gemella svizzera Arduino SA possono commercializzare in Italia nonostante il marchio Arduino sia stato registrato in Italia dalla Arduino srl. A dire il vero, anche in questo caso potrebbero aprirsi dei contenziosi vista l'assonanza con il nome originale.

Diverso è il caso negli Stati Uniti, dove la Arduino LLC ha registrato il marchio da tempo, e dove dunque Arduino può continuare a chiamarsi Arduino.
In questa vicenda non c'è nulla di semplice. Più ci si addentra nelle carte, più si rischia di rimanerne schiacciati. Per andare avanti ci vorrà una governance scritta in maniera molto chiara, molto più di come non sia stato fatto in questi anni, forse per un peccato di ingenuità.
@lucasalvioli

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