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Un mese in prova con l’Apple Watch: solo un accessorio o un nuovo…

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pregi e difetti

Un mese in prova con l’Apple Watch: solo un accessorio o un nuovo oggetto rivoluzionario?

Nell’ultimo mese mi è capitato spesso di parlare da solo. O almeno così è sembrato a chi mi osservava sbigottito. In realtà io parlavo con l’Apple Watch che ho al polso. È stato un po’ straniante all’inizio, poi sempre meno. Anche se mi sono reso conto che l’accettabilità sociale di un gesto del genere è lontana.

Il problema di un orologio che vuole fare da intermediario con lo smartphone sfruttando il nostro polso, è che ha uno schermo piccolo. E così spesso si è obbligati a usare i comandi vocali come input. Può sembrare un paradosso: i nostri smartphone viaggiano ormai sui 5 pollici e oltre e ora dobbiamo riabituarci una display striminzito? Per questa ragione fino a oggi la maggior parte degli smartwatch non ha convinto. Troppo grossi, specie per una donna.

DESIGN
Apple ha lavorato molto su questo fronte. Il risultato è convincente: in particolare nella grande variabilità offerta dall’incrocio tra cassa in alluminio, acciaio e oro e cinturini di vari materali, anche con chiusura magnetica. Le dimensioni (38 o 42 millimetri) sono giuste, da orologio. Anche le possibilità di personalizzazione sono interessanti. Possiamo vedere l’ora in vari modi, con lancette o numeri, con sfondi dinamici, diversi colori e soprattutto la possibilità di aggiungere informazioni: calorie bruciate, appuntamenti e così via.

Ho invece trovato piuttosto scomodo dover ruotare il polso, oppure toccare il display, per vedere l’ora. In caso contrario lo schermo è spento. Probabilmente serve a conservare la batteria, ma non è la scelta più funzionale. Interessante il force touch come input, ovvero la possibilità di premere sullo schermo per aprire opzioni. Serve, ad esempio, per cambiare la watch face e cancellare le notifiche. Mentre la corona digitale l’ho usata pochissimo.

PARLARE CON IL TELEFONO
Oltre al design, l’altra grande domanda a cui è chiamato a dare una risposta l’Apple Watch riguarda la reale utilità di un orologio smart. La cosa che ho trovato più utile è la possibilità di scordarmi più spesso dello smartphone. Ad esempio quando si è a casa, lontani dal telefono, la chiamata arriva sul polso e si può rispondere. Oppure silenziare appoggiando la mano sullo schermo. Funziona con vivavoce o auricolari bluetooth: il volume è abbastanza basso da non disturbare ma troppo basso per parlare in luoghi minimamente affollati. Però per chiamate veloci è utile, nel mio caso ho perso meno telefonate.

Ho usato Siri come mai prima. Per segnare un promemoria, dettare un messaggio, guardare le previsioni meteo, far partire una chiamata. La comprensione del testo è in costante miglioramento. A volte però il collegamento con il telefono non funziona ed è un’esperienza frustrante. Diventa obbligatorio impugnare lo smartphone. Mi è anche successo 3 o 4 volte di ricevere una chiamata sul telefono senza notifica sull’orologio.

UN ACCESSORIO CHE SCOMMETTE SUL FUTURO
L’Apple Watch è un accessorio del telefono. Dialogano con il bluetooth oppure con una rete wifi quando conosciuta (con solo questa connessione la funzionalità è limitata). In alcuni casi fa da telecomando: per la musica, le librerie di iTunes, la Apple tv. Guardando al futuro è un aspetto promettente: penso in particolare alla domotica e all’automotive. E ai pagamenti, visto che supporta Apple Pay, ma al momento non è disponibile in Italia.

Per usarlo bene è importante settare le notifiche che vogliamo (e soprattutto non vogliamo) sul polso attraverso l’app di iPhone. Io ho tenuto gli imessage, le mail da una parte selezionata di contatti (anche se ancora non si può rispondere, a meno che non si usino app di terze parti), le breaking news di testate internazionali come il Wall Street Journal, twitter.

LE APP UTILI? POCHE

Non c’è un’applicazione di cui mi sia innamorato. Hanno senso quelle che hanno a che fare con i trasporti e beneficiano del gps del telefono (Uber, MyTaxi, Citymapper o Moovit), le liste (Wunderlist o l’italiana Fleisure), salute e fitness (le classiche Runtastic, Strava, Nike Running). Ho guardato spesso l’app attività (contapassi, calorie) e seguito volentieri il consiglio di alzarmi dalla sedia più o meno ogni ora che arriva con una specie di tocco sul posto, molto meno noioso della classica vibrazione. Se però vogliamo davvero fare sport, l’Apple Watch va bene solo portandoci dietro l’iPhone. Questo perché il Watch ha il grosso limite di non avere un gps integrato. Apple dice, nel caso del running, che dopo aver corso qualche volta con iPhone e Watch, l’accelerometro si registra e dà informazioni più precise. Però Runner’s World ha fatto un confronto con orologi con il gps concludendo che il calcolo della distanza è impreciso.

La batteria dura un giorno abbondante, sono riuscito a farne anche due. La sera tocca ricordarsi di mettere in carica un altro oggetto. Un paio di volte mi sono dimenticato di farlo e mi si è spento durante la giornata.

APPUNTAMENTO A WATCH OS 2

Costa molto: si parte da 400 euro ma se si è un minimo ambiziosi sul cinturino e si sceglie la cassa in acciaio si arriva a 800-1000. Per non parlare dei modelli oltre i 10mila euro in oro. Va bene per chi vuole un orologio di nuova generazione ed è utente iPhone. Avrà un’altra interfaccia sul mondo Apple. Ma a oggi non è un oggetto rivoluzionario, la mia vita non è cambiata e sento di poterne fare a meno a differenza dello smartphone. Forse la cosa non deve stupire. Essendo prima nuova categoria di prodotti dal 2010 per Apple, è inevitabile che si cerchi una nuova rivoluzione. Ma per ora l’Apple Watch è un accessorio dello smartphone. Sotto questo punto di vista conferma i limiti degli smartwatch in generale, che nonostante da almeno un paio di anni abbia visto diversi modelli a opera di Samsung, Sony, Lg e Huawei - generalmente con sistema operativo Android Wear - ha deluso. Il destino della categoria è appeso a Apple, che nel primo trimestre dovrebbe aver venduto un numero vicino ai 2 milioni di pezzi mentre nel 2014 sono stati venduti solo 720mila device Android Wear (dati Slice). Per un bilancio serio occorrerà guardare ai prossimi trimestri. E all’impatto che potrà avere il prossimo sistema operativo WatchOS 2.

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