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il gigante dei coupon

La parabola di Groupon: così la web company è arrivata ai licenziamenti

Licenziamenti, ridimensionamento in termini di presenza sui mercati mondiali, vertenze sindacali. Sembra l'ennesimo racconto imprenditoriale di questa crisi economica infinita. Roba che quasi non fa più notizia. E invece fa specie, stavolta, sapere che la protagonista di questa pagina triste sia una delle web company più brillanti dell'epoca più recente: Groupon. Quello che per anni sembrava essere un autentico crack dell'e-commerce, e che un po' in tutto il mondo (anche in Italia, ndr) offriva nuove opportunità di lavoro, oggi balza agli onori delle cronache per fatti meno entusiasmanti.

Quella di Groupon è una storia a tratti misteriosa. Una storia che si consuma con la velocità propria del mondo digitale. Nel giro di pochissimi mesi gli scenari si ribaltano, cambiano, e il successo di ieri sembra già preistoria. Appena un paio d'anni fa i “coupon” erano una forza della natura nel commercio elettronico. E Groupon in questo settore ha sempre avuto pochi rivali. Ultimamente, però, la spinta dei pacchetti sconto si è affievolita, complice un mondo (quello digitale) che cambia abitudini in fretta. E le casse delle società che vivono di questo business evidentemente se ne sono accorte.

Oggi il colosso guidato da Eric Lefkofsky, fondato nel 2008 a Chicago e presente in 48 Paesi (in Italia è giunto nel 2010), sta studiando un riassetto che, secondo fonti sindacali, prevede il taglio di 1.100 posti di lavoro, oltre che la chiusura in sette Paesi (Marocco, Panama, Filippine, Porto Rico, Taiwan, Thailandia e Uruguay).

Un riassetto che colpisce anche l'Italia, dove con 128 licenziamenti su 363 dipendenti, Groupon lascerebbe a casa un terzo della forza lavoro. «Gli sconti Groupon li fa sul personale, tagliando il costo del lavoro», attacca la Filcams-Cgil. Ad essere lasciate a casa, denuncia il sindacato, sarebbero soprattutto le donne. «L'azienda, ben lontana da qualsiasi tipo di crisi, lamenta invece il calo del fatturato, a causa del quale è costretta a rivedere la propria struttura dei costi e l'avvio di nuovo procedure automatizzate. – fanno sapere ancora dalla Filcams - Nessuna crisi economica, nessuna perdita, ma un leggero calo del fatturato, che può essere dovuto alla stabilizzazione dell'azienda, sono i presupposti che stanno portando al licenziamento di più del 30% del personale, tra l'altro escludendo la possibilità di utilizzo della cassa integrazione, della rimodulazione dell'orario o di un'eventuale ricollocazione del personale».

Da parte sua, invece, Groupon ha fatto sapere che la ristrutturazione è necessaria, ma anche che è attualmente in corso un dialogo coi sindacati e che l'interesse verso le persone rimane prioritario. Come andrà a finire non è affatto scontato. Intanto, da una semplice ricerca su InfoJobs (uno dei motori di utilizzati da chi cerca lavoro) risulta che Groupon cerca tre posizioni lavorative. E anche questo, oggettivamente, rimane un po' un mistero.
@biagiosimonetta

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