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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2014 alle ore 22:55.
L'ultima modifica è del 23 giugno 2014 alle ore 22:58.

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Cgil e Cisl del commercio hanno proclamato 8 ore di stop a metà settimana per i lavoratori della Groupon, la multinazionale quotata al Nasdaq di New York, leader mondiale dei gruppi d'acquisto attraverso i quali accedere a forti offerte online. In Italia, su oltre 300 dipendenti, gli iscritti al sindacato sono una cinquantina, ma promettono di farsi vedere mercoledì in strada a Milano con un presidio in Corso Buenos Aires.

Secondo i rappresentanti sindacali, l'azienda avrebbe «un approccio di intimidazione verso i lavoratori, colpevolizzandoli del trend negativo dei risultati», arrivando durante i rari confronti a parlare di «corpi infetti da eliminare», minacciando di poter anche «chiudere in Italia». Fin qui la versione di Filcams Cgil e Fisascat Cisl. Il punto più problematico, secondo chi lavora alla Groupon, sarebbe la volontà di concentrare in Europa parte della attività, a iniziare dal marketing che dovrebbe andare in Irlanda.
«Tutto ciò non può creare le condizioni per invertire il trend negativo attuale, per questo si è deciso di dare un segnale forte a Groupon - affermando i sindacati - perché la crescita passa attraverso la valorizzazione delle risorse umane, non con le minacce e la chiusura all'ascolto».

Lo sciopero viene proclamato «affinché l'azienda si sieda al tavolo e si confronti seriamente per tutelare la presenza in Italia e cessi di utilizzare modalità ricattatorie e minacciose», dicono Cgil e Cisl del settore. Nel concreto, oltre al tentativo di evitare il trasferimento delle attività all'estero, le richieste sono quelle di migliorare l'inquadramento contrattuale e aumentare la formazione.

Groupon «ha sempre riconosciuto la piena esplicazione dei diritti sindacali, mantenendo un sereno e costante confronto con le rappresentanze sindacali aziendali, nel rispetto delle relative previsioni di legge». È la replica dell'azienda al presidio indetto mercoledì a Milano dalle organizzazioni sindacali contro la minaccia dell'azienda di «chiudere in Italia» e contro alcuni comportamenti ritenuti dalle sigle antisindacali. «In anni difficili per il mondo del lavoro - continua - Groupon ha assunto a tempo indeterminato più di quattrocento giovani talentuosi ai quali vengono riconosciuti anche benefici aggiuntivi rispetto a quanto previsto dalla legge e dal Ccnl, come ticket restaurant, revisione annuale delle retribuzioni, progetti di formazione, sistemi di incentivazione decisamente superiori alla media del mercato, oltre che un ambiente di lavoro internazionale e dinamico».
Per questo, Groupon «non può che respingere con fermezza affermazioni inerenti violazioni di diritti in quanto, palesemente, infondate. Abbiamo investito tanto sulle persone e - conclude - continueremo a farlo».

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