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Il Governo Usa contro Apple: collabori con l’Fbi, il rifiuto…

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strage di san bernardino

Il Governo Usa contro Apple: collabori con l’Fbi, il rifiuto è una scelta di marketing

NEW YORK - Il governo americano passa al contrattacco nei confronti di Apple e Silicon Valley. Il Dipartimento della Giustizia ha presentato una nuova richiesta legale alla magistratura per costringere immediatamente l'azienda a sbloccare l'iPhone trovato in possesso di uno degli attentatori di San Bernardino. E ha denunciato le preoccupazioni di protezione della privacy e della sicurezza degli utenti addotte dall'amministratore delegato Tim Cook come frutto di strategie di marketing e tentativi di travisare i fatti.

I procuratori federali hanno fatto scattare la nuova mossa oggi, prima ancora cioè che Apple depositasse entro venerdì prossimo un previsto ricorso in appello contro la decisione di prima istanza del giudice Sheri Pym che aveva dato ragione alle autorità federali. «Apple sembra opporre le sue obiezioni sulla base della combinazione di un percepito impatto negativo sul modello di business, sulla reputazione e sulla strategia di marketing», hanno indicato nel loro esposto. E, hanno aggiunto, è colpevole di «numerose caratterizzazioni errate degli obblighi dell'ordine e di una incomprensione della legge». Così facendo avrebbe scelto di «ripudiare pubblicamente» la decisione della magistratura «invece di assistere gli sforzi di indagare pienamente un attentato letale».

Cook aveva pubblicato una lettera aperta nei giorni scorsi per mettere in guardia da un «pericoloso precedente» qualora Apple fosse tenuta a rispettare la richiesta di decriptare l'iPhone 5C del terrorista, Syed Rizwan Farook. L'azienda sostiene che il governo, ricorrendo a una obsoleta legge del Settecento, vorrebbe che desse vita di fatto a una «back door» capace di violare le protezioni dello smartphone. Una soluzione «troppo pericolosa» perché una volta creata esporrebbe tutti i consumatori a futuri abusi o crimini da parte di pirati.

La disputa ha visto scendere in campo altri protagonisti hi-tech americani, a cominciare da Google, a fianco di Apple che nel frattempo ha assunto influenti squadre legali per la propria difesa. E ha assunto il carattere di un ampio scontro tra istanze di sicurezza nazionale e di privacy, da tempo strisciante e ora è esploso allo scoperto. Parlamentari repubblicani hanno anche minacciato di proporre nuove leggi che criminalizzi la resistenza delle aziende a richieste di “aprire” alle autorità le loro tecnologie e i loro prodotti.

Intanto approda anche in tribunale la battaglia tra Apple e Fbi. Una corte federale della California ha infatti fissato per il 22 marzo l'udienza relativa al caso, come ha reso noto un portavoce della procura. Apple ha fatto sapere di voler continuare sulla sua linea e entro venerdì prossimo dovrebbe depositare in tribunale la sua risposta formale.

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