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Amazon sfida le media company: dallo sport alle serie Tv

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Le mosse del gigante di seattle

Amazon sfida le media company: dallo sport alle serie Tv

In principio era un marketplace online. Un sito di ecommerce, per dirla con parole più semplici. Il successo che ha travolto Amazon, però, negli anni lo ha trasformato. Grazie alla regia del fondatore Jeff Bezos, 53enne di Albuquerque, il gigante di Seattle ha differenziato il suo business, spingendosi in molti altri settori: dal cloud computing (dove è leader mondiale insieme a Microsoft) alla musica, dalla produzione di device ai video on demand, dalla logistica fino ai supermercati (è recente la notizia dell'acquisto della catena Whole Foods). Una visione totalizzante, tipica dei colossi dell'industria tecnologica che stanno conquistando il mondo.

La sfida ad HBO
Nelle ultime ore, Amazon ha lanciato la sfida ad HBO (che intanto è alle prese con i danni di un attacco hacker imponente). Alla prossima serie televisiva sulla schiavitù “Confederate”, ideata dai creatori della famosissima “Il trono di spade”, il colosso di Jeff Bezos ha deciso di rispondere con “Black America”, che propone una “storia” alternativa in un paese guidato da afroamericani. La notizia è riportata dai media statunitensi. Va detto che l'annuncio arriva mentre le polemiche e le critiche contro ”Confederate” sono più accese che mai. La serie è ambientata nel sud degli Stati Uniti, con gli Stati confederati che, a dispetto della storia reale, vincono la Guerra di secessione. Una scelta che ha scatenato la rabbia in rete, dove è stato coniato l'hashtag #NoConfederate per respingere quella che migliaia di navigatori contestano essere una Confederazione moderna che mantiene legale la schiavitù, fino a farla diventare un'istituzione. La risposta di Amazon si chiama “Black America”, serie TV in cui l'attenzione è sugli schiavi liberati. Schiavi ai quali vengono concessi gli stati Mississippi, Alabama e Louisiana come indennizzo per il “peccato originale” commesso. Il nuovo stato, chiamato New Colonia, vive in pace per decenni con il resto degli Stati Uniti, ma l'affermazione di New Colonia come potenza mondiale mette a rischio l'equilibrio.

Il business dello sport in TV
Se Facebook ha in mente di prendersi i diritti TV della Champions League, Amazon lo ha già fatto col tennis. Il gigante di Bezos si è aggiudicata i diritti per trasmettere in Gran Bretagna l'Atp world tour di tennis. Superando l'offerta di Sky, Amazon Prime Video ha accettato di pagare fino a 10 milioni di sterline (13,2 milioni di dollari) all'anno per i diritti televisivi. Il contratto copre gli eventi Atp Masters 1000 e Masters 500 da tutto il mondo, inclusi i tornei di Monte Carlo, Madrid, Parigi, Miami, Indian Wells e Shanghai. Fino al 2018 l'esclusiva resta a Sky, che aveva pagato circa 8 milioni di sterline all'anno. Una notizia che di fatto segna un passo importante nella storia dello sport trasmesso in TV, con le big tecnologiche che diventano sempre più media company.

Bezos restituisce lo scettro a Gates
Intanto Jeff Bezos, che nei giorni scorsi aveva levato a Bill Gates lo scettro ultradecennale di uomo più ricco del mondo, è tornato sul terzo gradino del podio. In testa è tornato lo stesso Gates, seguito dal patron di Zara, Amancio Ortega. I tre ballano sul podio, in un “fazzoletto” di 6 miliardi di dollari. Bezos è stato l'uomo più ricco per poco più di ventiquattro ore, prima che le fluttuazioni del mercato azionario riportassero Bill Gates al suo posto.

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