Tecnologia

LG V30 messo alla prova, un top di gamma che si fa desiderare

  • Abbonati
  • Accedi
pregi e difetti dello smartphone coreano

LG V30 messo alla prova, un top di gamma che si fa desiderare

Chi l’ha visto? LG V30 è il vero top di gamma della casa coreana che non pochi appassionati del genere fotografia e video (con uno smartphone in tasca al posto di una più ingombrante e complessa fotocamera) attendono da settimane. Per l’esattezza da Ifa 2017, la fiera della tecnologia di Berlino che si è svolta ai primi di settembre. Deve essere successo qualcosa se nel frattempo è stato commercializzato il molto discusso Pixel 2 XL di Google (prodotto proprio da LG) ma del V30 ancora nessuna traccia. Il 3 novembre LG Electronics ha comunicato l’atterraggio dell’oggetto misterioso nel Belpaese: ad oggi è disponibile solo nei negozi Tim.

Il V30 in versione plus (128 gigabyte di memoria preinstallata contro i 64 della versione base) è stato il mio telefono principale nelle ultime due settimane. Qualche mese fa avevo messo alla prova il suo fratellino minore, LG G6, e quindi posso a buon diritto dire che i passi in avanti sono evidenti e il discorso avviato con G6 è stato portato a un livello superiore. Con qualche ma.

Il V30+ è uno smartphone senza dubbio bello, eppure non strappa l’applauso. Il design è in linea con quello che propone il mercato, senza cercare note distintive. Colpa anche della febbre borderless (gli schermi con pochissima o nulla cornice attorno al display) che ha colto tutti i produttori, fatta eccezione per Apple (nel caso dell’iPhone 8) e Razer. La dotazione hardware è certamente da ammiraglia, ma non allo stessissimo livello di altri top di gamma (spiegherò tra breve perché). Il cuore android (ovvero il sistema operativo) è aggiornato alla versione 7.1.2 Nougat, non all’ultimo nato di casa Google, Oreo.

Non vi starò a dire che - come ha fatto notare qualche blogger maniaco della pulizia - accumula polvere nella esile scanalatura che separa la superficie in vetro anteriore dal corpo metallico del telefono, perché è falso (ma dove lo hanno tenuto, questo telefono, i suddetti blogger?). Né che il bianco dello schermo tende ad assumere i toni dell’azzurro quando si inclina il device, perché la cosa non disturba affatto e, poi, quando mai teniamo il telefono inclinato se vogliamo guardarlo? Piuttosto, va scritto e sottolineato che lo schermo oled fullvision di questo LG è una delle sue eccellenze, senza se e senza ma. Colori ben bilanciati e naturali e, soprattutto, un formato 18:9 (o 2 a 1) che si esalta grazie ai 6 pollici e alla risoluzione Quad HD 2880x1440 con 537 Ppi (la densità dei pixel), specifiche che lo posizionano fra i numeri uno del momento.

Lo spessore del device è 7,4 millimetri e questo è un plus, ovviamente, ma anche un lieve handicap se non si usa una custodia che migliori la presa, perché a volte il V30 tende a sfuggire di mano, con tutto quel gorilla glass 5 che lo avvolge. Le dimensioni del telefono (151,7 x 75,4 x 7,39 millimetri per 158 grammi) rendono un po’ meno agevole che con G6 il raggiungimento del pulsante di accensione nonché lettore dell’impronta digitale (che non manca un colpo, peraltro) costruito sul retro, appena sotto la doppia fotocamera.

L’altro punto vero di forza, dopo il display, è proprio la doppia fotocamera: 16 e 13 megapixel, sensore principale con apertura f/1,6, sensore secondario grandangolare da 120 gradi. Fare foto con il grandangolo del V30 è forse la cosa più divertente nell’uso quotidiano di questo smatphone. Oltretutto non si vedono più le fastidiose curvature quasi-fisheye prodotte dalla lente del G6. Ci si può mettere alla prova sperimentando la scelta del formato (dal 4:3, al massimo della risoluzione da 16 mega, fino al 18:9, quasi panoramico ma con una risoluzione di 3,3 mega), lo scatto al cheese, oppure la modalità cibo per fotografare i piatti al ristorante da condividere su Instagram in formato 1:1. Per i più smart c’è la possibilità di gestire tutto in manuale, avvicinando di molto l’esperienza che si può avere su una ben più pesante e costosa macchina fotografica reflex o mirrorless. Le foto vengono molto bene anche in interni e in questo aiuta tanto il controllo dell’esposizione che funziona manualmente anche in modalità automatica.

Con questa brillante dotazione di lenti (attenzione però: la frontale, quella per i selfie, è da soli 5 megapixel come per G6, davvero troppo poco per un telefono da quasi mille euro, vista la netta insufficienza specialmente negli scatti notturni) anche i video sono eccellenti. Si arriva al 4K con risoluzione di 3840x2160 pixel. La creatività passa per una serie di filtri da applicare al nostro “girato”. La chicca, però, è una funzionalità, il Point Zoom, che consente di avvicinare con fluidità un oggetto o una persona non necessariamente al centro dell’inquadratura. Anche se, per fare un esempio molto specifico, va detto che la compatibilità con l’app dei professionisti del mobile journalism, Filmic Pro, non è totale. Quindi per i più esigenti può manifestarsi qualche piccolo handicap.

“In condizioni di uso normale la RAM occupata arriva al 70-80% e così il telefono accusa qualche lag, qualche scatto, qualche ritardo nelle risposte al touch. Sei giga, per dirla tutta, sarebbero stati la scelta giusta”

 

Capitolo musica. Premesso che l’ascolto da uno smartphone non può mai essere l’esperienza definitiva in fatto di suono, per limiti congeniti evidenti, certamente il V30 sotto questo aspetto è fra i migliori del momento: ottima qualità audio, quindi, grazie agli auricolari in-ear B&O Play in dotazione che rendono giustizia all’uscita Hi-Fi Quad Dac e alla possibilità di personalizzare il suono (ma solo con l’app nativa, Musica).

Quanto al cuore tecnologico del device, il processore Qualcomm Snapdragon 835 (ultimo nato dell’azienda di San Diego), con CPU octa-core, e i 4 gigabyte di RAM (64 lo storage interno nel V30, 128 nella versione Plus, espandibili fino a 2 terabyte, tramite memoria microSD da alloggiare accanto alla Sim) garantiscono una fluidità quasi sempre buona. E però in condizioni di uso normale la RAM occupata arriva al 70-80%. Il telefono finisce quindi per accusare dei lag, in sostanza qualche ritardo, nelle risposte al touch dell’utente più stressante. Sei giga, per dirla tutta, sarebbero stati la scelta giusta.

Infine la batteria da 3300 mAh, con supporto alla ricarica rapida e wireless, consente di lavorare per tutta la giornata abbastanza agevolmente, arrivando a sera se l’uso è intenso, con un 10-15% di carica residua.

LG V30 si trova nei negozi Tim a 20 euro al mese per 30 mesi senza alcun contributo iniziale, oppure a 899,99 euro. Anche LG V30+ è disponibile solo nei negozi Tim nel colore Aurora Black e prezzo consigliato di 949,99 euro; oppure è acquistabile con la stessa offerta della versione base. Fra due tre mesi, dopo Natale, costeranno decisamente meno (è il destino degli “androidi”, OnePlus escluso). Magari saranno stati aggiornati al nuovo OS android Oreo. E potrebbero essere allora dei veri best buy per chi ama fare video e belle foto.

Twitter @albe_

© Riproduzione riservata