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Apple pronta a creare 20mila nuovi posti e a pagare 38 miliardi in tasse

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Apple pronta a creare 20mila nuovi posti e a pagare 38 miliardi in tasse

Un nuovo campus, ventimila nuovi posti di lavoro e un contributo all'economia americana di oltre 350 miliardi di dollari. Sono le cifre nelle nuove mosse marchiate Apple. La società di Cupertino, con una nota ufficiale, ha annunciato quelle che sono le intenzioni di investimento negli Stati Uniti d'America. Investimenti che saranno spinti dalla scelta di approfittare della riforma fiscale introdotta dall'amministrazione Trump, che prevede un abbattimento del tasso di rimpatrio dei capitali detenuti all'estero (dal 35 al 14,5%). Apple ha deciso di riportare in patria i suoi denari parcheggiati fuori dai confini nazionali, accettando il pagamento di 38 miliardi di dollari in tasse. Una cifra record che consoliderà la posizione di Apple come primo contribuente degli Stati Uniti.

Un'iniezione da 350 miliardi

Secondo quanto scritto nella nota stampa ufficiale, il giro d'affari che Apple è pronta a sostenere sarà pari a 350 miliardi: «Apple – è scritto nella nota - è già responsabile della creazione e del sostegno di oltre 2 milioni di posti di lavoro in tutti gli Stati Uniti e si aspetta di creare altri posti di lavoro grazie alle iniziative annunciate oggi. Combinando i nuovi investimenti e l'attuale ritmo di spesa di Apple con i fornitori e i produttori nazionali - circa 55 miliardi di dollari per il 2018 - il contributo diretto di Apple all'economia statunitense sarà di oltre 350 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, esclusi i pagamenti delle imposte correnti di Apple, il gettito fiscale generato dai salari dei dipendenti e la vendita di prodotti Apple».

Il nuovo campus e l'entusiasmo di Cook

Nei progetti per il prossimo quinquennio, come detto, anche un nuovo campus. Il secondo in territorio statunitense, dopo quello di Cupertino. Ovviamente non è ancora chiara quale possa essere la location, ma è molto probabile che questa notizia scateni lo stesso effetto scatenato dall'idea di Amazon di aprire il suo secondo centro (dopo Seattle), con centinaia di città americane che si sono candidate per ospitarlo. Intanto Tim Cook ha parlato di «una storia di successo che sarebbe potuta accadere solo in America» e ha aggiunto che «siamo orgogliosi di costruire sulla base della nostra lunga storia di sostegno all' economia statunitense. Crediamo profondamente nel potere dell'ingegnosità americana e stiamo concentrando i nostri investimenti in settori in cui possiamo avere un impatto diretto sulla creazione di posti di lavoro e sulla preparazione all'occupazione». Sempre Apple ha annunciato 10 miliardi di dollari di investimenti in data center in tutti gli Stati Uniti.

Ripresa in borsa
Gli annunci di investimento hanno dato una sferzata di ottimismo agli investitori e in borsa il titolo Apple è tornato a salire, dopo essere sceso per colpa del “downgrade” di Longbow Research che ha rivisto la propria valutazione sulla società di Cupertino da “buy” a “neutral” sulla scia del ciclo dell'iPhone che è stato valutato «buono ma non fantastico». La notizia degli investimenti e del rientro dei capitali in Usa ha fatto invertire il segno all'andamento del titolo, con le azioni tornate sopra i 176 dollari e una capitalizzazione di mercato ben sopra i 900 miliardi di dollari.

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