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Perché Tim Cook (ceo Apple) non vuole che suo nipote usi i social

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Perché Tim Cook (ceo Apple) non vuole che suo nipote usi i social

«Non ho un figlio, ma ho un nipote al quale ho dato alcuni limiti. Ci sono alcune cose che non permetto: per esempio non voglio che usi i social media». Se l’avesse detto una qualsiasi nonna italiana non avrebbe fatto notizia, ma il fatto che a parlare sia stato nientemeno che Tim Cook, ceo di Apple - la società più grande del mondo e che è diventata tale grazie alla tecnologia - ha spianato la strada ai titoli giornalistici. Siamo evidentemente ormai lontani anni luce dallo Steve Jobs di «stay hungry stay foolish» se ora ascoltiamo Cook dichiarare «Non credo nell’abuso della tecnologia, non avrà successo chi la utilizza continuamente».

La presa di posizione di Tim Cook in realtà era attesa, viste le crescenti polemiche sulla dipendenza da tecnologia incassate anche in casa, dai grandi azionisti di Apple. Ma è la scelta del tono e soprattutto del luogo che ha contribuito a fare notizia: l’erede di Jobs ha preso le distanze dal digitale parlando agli studenti di una scuola britannica, l’Harlow College di Essex, che ha invece sposato proprio il digitale di Apple adottando il programma “Everyone can code” di Cupertino (quello che prevede un iPad per ogni allievo).

Il ceo di Apple ha chiarito che oggi imparare le basi della programmazione è più importante che conoscere le lingue straniere, ma ha pure aggiunto che in molti ambiti l’uso del digitale va limitato. «In un corso di letteratura è importante utilizzare molta tecologia? Probabilmente no», ha spiegato agli studenti britannici l’ingegnere nato in Alabama, oggi una delle persone più potenti del mondo.

È anche vero i social media sono uno dei pochi business tecnologici dai quali Apple si è tenuta lontana. Cook ha quindi scelto proprio di partire dalle reti sociali per iniziare ad affrontare il tema sempre più scottante della dipendenza “digital” di bambini e adolescenti, sul quale Cupertino viene accusata di aver fatto poco (a differenza di altri filoni di responsabilità sociale come l’ambiente, l’immigrazione e l’omosessualità). Finora siamo però solo alle parole. Vedremo se davvero Apple, alla conferenza degli sviluppatori di giugno, annuncerà i fatti: nuovi tool per il controllo parentale nell’abc del sistema operativo dei suoi iPhone.

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