Vodafone non deve far pagare a parte il tethering, cioè l’uso della rete mobile via smartphone utilizzato come modem Wi-Fi (per computer, tablet o altri device). L’ha detto Agcom, con una diffida pubblicata ieri sera, all'operatore, che era restato il solo sul mercato a seguire questa politica tariffaria.
Per Agcom è una violazione inaccettabile della libertà dell’utente ai sensi del regolamento europeo 2015 sulla neutralità della rete. Anzi, una doppia violazione: della libertà di usare il terminale come si preferisce e della libertà di scegliere il terminale preferito per navigare (quest'ultimo profilo è già materia di una consultazione pubblica sulla libertà di modem su rete fissa, da cui si aspettano a breve ulteriori misure di Agcom contro gli operatori – quasi tutti – che impongono un proprio modem per la fibra).
«Nell'ambito delle proprie competenze, questa Autorità ha avviato un'attività di monitoraggio delle pratiche commerciali e degli accordi tra fornitori di servizi di accesso a internet e utenti al fine di verificare se le rispettive condizioni tecnico-economiche siano in linea con quanto disposto dal Regolamento (Ue) n. 2015/2120 in tema di neutralità della rete», si legge nella delibera. «Nell'ambito di questa attività, sono emerse alcune criticità in merito alla compatibilità con il Regolamento di una condotta, attualmente tenuta esclusivamente dalla società Vodafone Italia S.p.A., che prevede l'utilizzo a titolo oneroso del terminale mobile in modalità tethering, mediante il pagamento di una tariffa aggiuntiva per la fruizione del servizio di accesso ad Internet da rete mobile».
Funziona così. Gli utenti Vodafone che utilizzano il tethering sono costretti a pagare - oltre a quanto corrisposto per la loro offerta comprensiva di un bundle dati - la tariffa giornaliera di connessione a Internet (attualmente pari a 6,00 euro per ogni giorno di fruizione), sebbene stiano consumando (in modalità tethering) traffico dati già incluso nella propria offerta. «A tal proposito, si evidenzia che gli utenti Vodafone che, in aggiunta a un'offerta comprensiva di bundle dati, hanno sottoscritto anche l'opzione Vodafone Exclusive1» (al costo di 1,90 euro/mese), possono utilizzare il tethering senza ulteriori costi aggiuntivi.
La tecnica utilizzata da tale operatore per differenziare il traffico dati originato dal terminale mobile si basa sull'utilizzo di due differenti punti di accesso (Apn) a seconda della fonte di origine del traffico. Tale impostazione è prevista di default nelle Sim Vodafone.
«Pertanto, un utente Vodafone si ritrova automaticamente queste impostazioni, in modo che, non appena attiva il tethering e inizia a sviluppare traffico in tale modalità, viene subito applicata la tariffa base (6,00 euro al giorno per ogni giorno di utilizzo), a meno che non si abbia attiva l'opzione “Vodafone Exclusive”».
Secondo Agcom, è condotta illecita perché «quando accedono a internet, gli utenti finali dovrebbero essere liberi di scegliere tra vari tipi di apparecchiature terminali, quali definite nella direttiva 2008/63/CE della Commissione e che i fornitori di servizi di accesso a internet non dovrebbero imporre restrizioni all'utilizzo di apparecchiature terminali che collegano alla rete oltre a quelle imposte dai fabbricanti o dai distributori di apparecchiature terminali conformemente al diritto dell'Unione».
«La condotta, consistente nell'imporre un pagamento (ulteriore a quello già corrisposto per la fruizione del servizio di accesso ad Internet presente nel bundle dati) per l'utilizzo del terminale in modalità tethering (sia esso nella formula di tariffa giornaliera di 6,00 euro che in quella dell'opzione aggiuntiva dal costo di 1,90 euro al mese), si configura come una restrizione all'utilizzo del terminale (nello specifico della modalità di utilizzo dello stesso come“ hot spot WiFi”), nonché come una restrizione della libertà dell'utente di scegliere l'apparecchiatura su cui fruire del servizio di accesso ad Internet».
Spiega Agcom che «sotto il profilo della modalità di utilizzo del terminale, la restrizione è determinata dall'imposizione del pagamento di un corrispettivo ulteriore – qualora venga adoperata la modalità tethering – a quello già compreso nel bundle dati. Sotto il profilo del terminale utilizzato dall'utente per fruire dei servizi Internet, la restrizione è determinata dall'impossibilità di fruire – senza pagare un ulteriore prezzodel traffico dati sull'apparecchiatura scelta dall'utente, come nel caso in cui si volesse usare il telefono quale “hot spot WiFi” per connettersi ad Internet tramite, ad esempio, un personal computer portatile».
Di qui la diffida a Vodafone che ora ha 30 giorni di tempo per cambiare la propria politica, evitando di incorrere in sanzioni.
Update. Vodafone segnala che le nuove offerte includono tutte il tethering senza costi aggiuntivi. Di conseguenza la pratica diffidata da Agcom riguarda solo le vecchie offerte, quindi gli attuali utenti Vodafone.
© Riproduzione riservata