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Uber assicura autisti e corrieri: 50mila euro in caso di decesso

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Uber assicura autisti e corrieri: 50mila euro in caso di decesso

(Ap)
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È il momento delle tutele. Del resto, se la gig economy è destinata a consolidarsi, a diventare parte integrante del mercato del lavoro e non solo stagno di ripiego per chi vuole sbarcare il lunario, è logico attendersi un'età della maturità. Una nuova fase in cui gli impianti regolatori tradizionali iniziano a sposare il mondo digitale. Così, dopo la decisione di Deliveroo, che qualche settimana fa ha coperto i suoi rider con polizze specifiche, arriva quella di Uber. Il colosso californiano proprio oggi, attraverso le parole del Ceo Dara Khosrowshahi intervenuto al summit Tech for Good, ha annunciato una serie di coperture assicurative a sostegno degli autisti partner e dei corrieri di UberEats.

Polizze sottoscritte grazie a una collaborazione con AXA, che – a partire dal prossimo 1 giugno - copriranno malattia, infortunio, congedo di maternità e di paternità per gli autisti che operano tramite l'app di Uber in Italia e in Europa, quando sono online e offline. Il programma di assicurazione si chiama Partner Protection, e sarà finanziato da Uber senza costi aggiuntivi per gli autisti e i corrieri partner.

A chi è rivolto
In tutto sono circa 150mila i soggetti a cui è rivolta questa nuova tutela. Si tratta dei fattorini di UberEats e di tutti gli autisti europei indipendenti, in Italia gli NCC autonomi (ovvero quelli non dipendenti da società terze di noleggio auto). «Il programma Partner Protection – dicono da Uber - è pensato per garantire ai partner di Uber la tranquillità di lavorare mantenendo la flessibilità che desiderano. Sia che si tratti di malattia o di infortunio, crediamo che i partner meritino di essere protetti quando la vita (o il lavoro) non va secondo i loro piani».

Tutti i partner che risultano idonei in Europa saranno così coperti in caso di spese o mancati guadagni dovuti a incidenti o infortuni che accadono durante una corsa. Inoltre, la copertura è estesa anche a eventi che capitano al di fuori dal servizio, come una grave malattia, un infortunio o un congedo di maternità/paternità. Per essere idoneo alla copertura fuori servizio, l'autista deve aver effettuato almeno 150 corse nelle precedenti otto settimane; mentre il corriere Uber Eats deve aver completato almeno 30 consegne nelle precedenti otto settimane.

Dettagli e massimali
Nell'introdurre questo programma assicurativo, Uber ha fornito anche una tabella dettagliata su quelli che sono i massimali di questa polizza. Vediamoli. Per la copertura medica durante la corsa il rimborso previsto è di un importo massimo di 7.500 euro. Un risarcimento per morte accidentale, durante una cosa, è pari a un pagamento una tantum di 50mila euro più un rimborso fino a 6mila euro delle spese sostenute per il funerale. Un risarcimento per disabilità (per incidente durante una corsa) prevede un rimborso massimo di 50mila euro. 850 euro una tantum, invece, per un risarcimento danni con ricovero ospedaliero. Per quanto concerne il risarcimento danni da infortunio durante la corsa, le cifre variano: fino 1800 euro per gli autisti partner (60 euro al giorno fino a 30 giorni), e fino a 750 euro per i corrieri di UberEats (25 euro al giorno fino a 30 giorni). Il risarcimento per infortuni e malattie gravi al di fuori dalla corsa (che comportano un'inabilità al lavoro superiore a 7 giorni) arriva fino a 900 euro per gli autisti partner (60 euro al giorno fino a 15 giorni), e fino a 375 euro per i corrieri (25 euro al giorno fino a 15 giorni). La copertura assicurativa prevede anche un pagamento una tantum in caso di maternità/paternità, per un totale di mille euro. Gli euro sono 500, invece, in caso di risarcimento per il servizio svolto nelle corti di giustizia (qualora subentrasse un impegno da giurati, per intendersi).

I dubbi sui massimali
C'è molta curiosità, adesso, su quelle che saranno le reazioni dei 150 mila “lavoratori” di Uber coinvolti in questo programma assicurativo. La società, in una nota, ha detto espressamente: «Uber non sarebbe la realtà che è senza gli autisti e i corrieri partner che sono il cuore del nostro servizio. Nel corso del tempo però lo abbiamo perso di vista. Ci siamo concentrati troppo sulla nostra crescita e non abbastanza sulle persone che l'hanno resa possibile. Abbiamo sempre definito i driver nostri “partner” ma non sempre li abbiamo trattati come tali. Per essere davvero dei partner bisogna saper ascoltare». E da qui è arrivata la decisione del Partner Protection. Ma la reale soddisfazione di autisti e corriere sarà tutta da provare. Non va dimenticato, infatti, che nelle scorse settimane molte associazioni di rider hanno mostrato tutto il loro malcontento per le polizze introdotte da Deliveroo, definendole «operazione di marketing» e non condividendone i massimali.

Va detto, tuttavia, che le polizze per i lavoratori della gig economy sono un passo in avanti significativo, dopo anni di abusi e sfruttamenti, di diritti non riconosciuti e vecchie conquiste sindacali calpestate in un solo click. Un rimborso anche per maternità o paternità è un buon segno. Su massimali e tempi di copertura, però, il gap con i lavori tradizionali sembra ancora tanto. E forse 50mila euro per un autista o un corriere che muore durante una corsa è una cifra che farà discutere.

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