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Huawei cede alle richieste di Londra per non perdere il business del 5G

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Huawei cede alle richieste di Londra per non perdere il business del 5G

Sono giorni complicati per Huawei. L’ultimo episodio è l’arresto della cfo Meng Wanzhou, figlia del fondatore in Canada su mandato americano per violazione delle sanzioni nei confronti dell’Iran. Notizia che spaventa i mercati e rischia di avere impatto sulla distensione commerciale che era emersa durante il G-20 argentino. Poi c’è il tema del 5G. Huawei ha accettato di cambiare alcune pratiche nel Regno Unito dopo che le autorità avevano minacciato di escluderla dalla fornitura di tecnologie per la realizzazione delle reti di prossima generazione in Inghilterra sviluppate dall’operatore British Telecom.

In una riunione questa settimana tra i responsabili Huawei e il servizio di cybersecurity britannico, il gruppo cinese ha accettato una serie di richieste “tecniche” per modificare alcune procedure nel Regno Unito.
A inizio settimana il capo dei servizi britannici MI6 Alex Younger aveva contestato la partecipazione di Huawei nello sviluppo della rete 5G nel Regno Unito. Il gruppo britannico di tlc BT ha annunciato che non utilizzerà più attrezzature Huawei per la sua rete di telefonia mobile. Anche il Governo giapponese ha deciso di bandire Huawei e ZTE, così come Australia e Nuova Zelanda. Al contrario in Portogallo, una filiale del gruppo Altice annuncia una cooperazione con i cinesi sul 5G.

GUARDA IL VIDEO / Perché gli Usa (e altri Paesi) hanno paura di Huawei (di Luca Salvioli)

La decisione non passa inosservata perché nelle scorse settimane una delegazione americana ha fatto un tour di diversi Paesi europei, tra cui l’Italia, mettendo in guardia gli “alleati” dai rischi di sicurezza legati all’utilizzo delle tecnologie Huawei nella costruzioni di reti 5G. Il pressing diplomatico americano sul tema delle relazioni commerciali con la Cina è arrivato anche in Italia, come scritto dal Sole 24 Ore di mercoledì, mentre Huawei sta accelerando le strategie di investimento nel Paese sul 5G e presto aprirà un centro di ricerca e design a Milano.

Gli Stati Uniti hanno già messo al bando il colosso cinese sul 5G, lo stesso hanno fatto Australia e Nuova Zelanda. La scelta di Bt, primario operatore inglese, arriva in questo contesto. Bt fu una delle prime aziende fuori dalla Cina, scrive il Financial Times, a lavorare con Huawei già nel 2005. L’anno dopo l’azienda decise di tenere la dotazione tecnologica fuori dalla rete di trasporto (core network, la parte di rete deputata al passaggio dei dati degli utenti e dunque la più sensibile), per evitare rischi di sicurezza. Nel 2013 tuttavia un report parlamentare rivelò preoccupazioni da parte dei servizi di intelligence inglesi a proposito della presenza del costruttore cinese nel network.

Successivamente Bt ha acquisito EE, nel 2016, che ha usato tecnologie Huawei sia sul 3G che sul 4G. Ora Bt dice che, sulla base di principi già adottati da anni sulle sue reti, sta eliminando questi equipaggiamenti dal cuore della rete. Qualche giorno fa l’intelligence inglese aveva avvertito gli operatori di stare in guardia sul tema sicurezza delle reti.

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