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L’Europa pubblica un codice etico sull’intelligenza artificiale. Ecco cosa dice

L'Europa ha pubblicato ieri un codice etico sull'intelligenza artificiale (Ai). Da martedì è online un documento che contiene le linee guida per illustrare soluzioni tecniche e non tecniche su come fornire trasparenza e responsabilità intorno all'Ai, e incoraggiare le aziende e i ricercatori a sviluppare protezioni della privacy, non discriminazione e supervisione umana nei loro progetti in una fase iniziale. Il documento è aperto a suggerimenti in attesa della versione definitiva che arriverà a marzo dell’anno prossimo.

Cosa contiene. Il ruolo della dignità umana è al centro di questo codice. L'Ai non dovrà mai danneggiare gli esseri umani (ma pure gli animali o la natura); questa tutela dovrà essere garantita sotto diversi profili: quello della dignità, della sicurezza fisica, psicologica e finanziaria. Inoltre, si legge, le macchine intelligenti dovranno sempre operare in favore della realizzazione

dell'autonomia dell'uomo e mai riducendola.

Secondo i i 52 esperti selezionati dal mondo accademico, dell'industria e della società civile che hanno lavorato per conto della Commissione europea al documento, va evitata un'eccessiva dipendenza da questi software per salvaguardare l'autonomia dell'uomo. È indispensabile inoltre -ed è questo forse il punto più importante- che i meccanismi di funzionamento di questi dispositivi siano trasparenti, accessibili e in linea di principio comprensibili a tutti, in modo tale che lo sfruttamento delle loro potenzialità vada a beneficio della collettività e non del singolo e in modo che non venga permessa alcun tipo di discriminazione nei confronti delle minoranze

La mossa dell'Europa. L'Ue sta spingendo affinché aziende e ricercatori sviluppino l'intelligenza artificiale in modo etico e trasparente. Le linee guide vanno in questa direzione e distinguono l’Europa nell’approccio a

questa tecnologia di Stati Uniti o Cina. Su questa tecnologia, ricordiamo, il Vecchio Continente è in grande ritardo. Sopratutto nei confronti delle grandi multinazionali. cino-californiane come Amazon, Facebook, Microsoft e Baidu che hanno accesso a una mole di dati superiore alla nostra, anche perché l’Europa non ha piattaforme digitali globali. Per questo l’anno scorso si è data l’obiettivo di aumentare gli investimenti con almeno 20 miliardi di euro (22,8 miliardi di dollari) nella ricerca dell'intelligenza artificiale entro il 2020 e la stessa quantità all'anno nel decennio successivo. Insieme agli investimenti, l'Ue scommette sul fatto che questo documento contribuirà a generare fiducia da parte degli utenti. La strada sembra quella che è stata imboccata con la Gdpr per la protezione dei dati: fissare regole che valgono per tutti e a tutela dei consumatori e delle aziende.

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