Viaggi24

Parigi, quel piccolo museo nato da un grande amore

  • Abbonati
  • Accedi
City Break

Parigi, quel piccolo museo nato da un grande amore

Il fumoir del Musée Jacquemart-André
Il fumoir del Musée Jacquemart-André


Un piccolo museo, meta ideale per una fuga romantica a due, proprio perché nato da un colpo di fulmine. È il Musée Jacquemart-André. In questo caso galeotto non è stato il libro, ma il ritratto. È il 1872. Lo scapolo d'oro Édouard André, uno dei banchieri più ricchi di Parigi, convoca a casa sua la pittrice trentenne Nélie Jacquemart (di modestissime origini) per farsi fare un ritratto. Sul set di posa scatta la scintilla fatale. I due si fidanzano, e nove anni più tardi convolano a nozze, accompagnati da un corteo di risate e maldicenze: lui è ricchissimo e protestante, lei è povera e cattolica, lui sui cinquanta, lei sui quaranta, lui malaticcio, lei in ottima forma fisica (e infatti sarà presto vedova). Eppure, si trattò di un matrimonio felice, cementato dall'affetto e da una comune, divorante passione per il collezionismo delle opere d'arte.

La casa-museo
Quando i due si sposarono, Édouard André aveva appena finito di costruire la nuova, splendida casa nel lussuoso quartiere Monceau. La coppia andò a vivere al pian terreno della villa urbana, arredando gli ambienti privati con opere del Seicento e del Settecento. Al primo piano, l'affettuoso marito pensò di sistemare l'atelier di Nélie, ma la destinazione delle stanze superiori mutò quasi subito.I coniugi avevano cominciato a intraprendere una serie di lunghi viaggi invernali in Italia, durante i quali Nélie trascinò il marito nel vortice di acquisti di opere d'arte del Rinascimento e del Barocco italiano.La coppia toccò tutte le principali città della penisola, mettendo in vivace allerta mercanti d'arte, procacciatori d'affari, consulenti e nobili senza sostanze. Le scorribande italiane fruttarono quasi 200 pezzi tra sculture e pitture, con capolavori di Paolo Uccello, Della Robbia , Botticelli, Perugino fino a Bernini e Tiepolo.

La collezione com'è oggi
Dopo
la morte del marito, Nélie proseguì con meno tenacia negli acquisti, ma completò la sistemazione della collezione e predispose la sua cessione ereditaria all'Istituto di Francia. Oggi, vediamo questa splendida casa-museo così come ce l'ha lasciata lei, coi Van Dyck, i Rembrandt, i Frans Hals al pian terreno e i pezzi del Rinascimento italiano al piano nobile. Una differenza vistosa però c'è: è stata aggiunta una caféterie, una delle più intime ed eleganti di Parigi. Consiglio di indugiarvi, prima, dopo e anche durante la visita.

Per saperne di più e per organizzare il vostro viaggio, consultate la pagina degli indirizzi

Informazioni utili per un week end romantico

La Parigi che non ti aspetti

© Riproduzione riservata