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La Parigi che non ti aspetti

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La Parigi che non ti aspetti

La basilica di Saint Denis
La basilica di Saint Denis


"Scusi dov'è la Gioconda?". L'80% dei visitatori che varcano ogni giorno la soglia del Louvre pone sempre e solo questa martellante domanda agli uffici informazioni. Vale la pena, però, voltare le spalle a Monna Lisa per scoprire opere meno celebri, ma altrettanto belle.

Il Louvre senza la Gioconda
Dirimpetto alla Gioconda si trova uno dei quadri più spettacolari del Rinascimento italiano, le Nozze di Cana di Paolo Veronese, un tempo conservato sull'Isola di San Giorgio a Venezia. Il telero, di dimensioni sovraumane, è un tripudio di colori e un inno alla gioia di vivere; ci presenta forse la più bella tavola imbandita di tutta la storia dell'arte e se aguzzate la vista, vi accorgerete che i piatti imbanditi sono quasi tutti dolci. Quest'opera (per ghiottoni) giunse al Louvre come bottino napoleonico dopo un avventuroso viaggio via mare, durante il quale a gradire l'opera furono soprattutto i topi della stiva. Un abile restauro cela alla vista il lavoro dei simpatici roditori.

Chi però proprio non ce la fa a rinunciare a Leonardo, si muova di qualche metro nella Gran Galerie. Lì di Leonardo ce ne sono parecchi: spicca la celeberrima Vergine delle Rocce, che il maestro realizzò a Milano nel 1482 per una chiesa di francescani della città e della quale poi fu costretto a rifare una seconda versione, per questioni di pagamenti e di incomprensioni coi committenti. Tutta la Gran Galerie è un tunnel di capolavori: c'è la pala della Vittoria di Andrea Mantegna, opera cardine dell'attività mantovana del pittore, che a Mantova però non è mai stata prestata. È un dipinto bellissimo con un'odiosa storia antisemita alle spalle. Il duca che vediamo inginocchiato volle la tavola per festeggiare una vittoria militare (l'unica della sua carriera), ma fece pagare il dipinto a un ebreo di Mantova reo di aver fatto cancellare una Madonna col Bambino che si trovava sul muro esterno della sua casa. La Gran Galerie, e generalmente tutta l'ala del Louvre lungo la Senna, è sempre strapiena di visitatori. Se il museo fosse una barca sarebbe costantemente inclinata da questa parte (qui d'altronde si trovano anche la Nike di Samotracia e la Venere di Milo).

Ma volete provare l'emozione di un Louvre quasi in intimità? Andate nell'ala verso Rue de Rivoli: potreste rischiare di trovarvi soli col tesoro appartenuto a Carlo Magno, o con la strepitosa serie di tele che Peter Paul Rubens realizzò per celebrare il matrimonio di Maria de' Medici con Enrico di Francia. Pitture che lasciano a bocca aperta.



La perla della Banlieu
La zona di Saint Denis, alla periferia nord di Parigi, è nota ai più per lo Stade de France, già leggendaria arena sportiva costruita nel 1998 per ospitare la Coppa del Mondo di Calcio e capace di ospitare 80 mila spettatori. E invece non è questo l'unico punto di richiamo di una zona per la verità non troppo attraente. Proprio in mezzo allo skyline spunta infatti una torre con accanto l'imponente fabbrica di una chiesa. Il consiglio è di dare un'occhiata: un pezzo di storia vi sta aspettando.

La Basilica di Saint Denis è una chiesa dai mille primati. Narra la leggenda che papa Clemente spedì il vescovo Dionigi (Denis in francese) a evangelizzare i Parisii. Poco influenzabili, costoro pensarono bene di tagliargli la testa, il che non gli impedì di andarsene in giro per un po', tra lo stupore di tutti, con il suo capo sottobraccio. Dopo queste scorribande, Denis venne sepolto qui, e sulla sua tomba sorsero una sopra all'altra diverse basiliche, una ad opera di Carlo Magno e una voluta dall'abate Suger nel secolo XII. Questa è la più importante, perché per la prima volta in Europa venne eretto un edificio in stile gotico. Per chi ama l'architettura non è cosa da poco. Le navate e il transetto, slanciati verso il cielo e inondati dalla luce colorata delle vetrate, divennero il luogo prediletto per la sepoltura dei re d'Oltralpe. E questo per lunghi dodici secoli. Statue, tombe, oreficerie di ogni tipo inondarono così la madre di tutte le chiese di Francia. Se la Rivoluzione Francese non fosse venuta a dare una terribile piallata al corso della storia, avremmo ammirato oggetti e opere d'arte di stupefacente bellezza. Oggi, però, nonostante tutto, ancora molto è rimasto. Un giro per le tombe dei re equivale a fare un giro nella storia e nell'epica francese: ecco la sepoltura del leggendario Clodoveo, non molto distante da quella di San Luigi dei Francesi.

Le sculture più impressionanti sono quelle del Rinascimento: Luigi XII e sua moglie Anna di Bretagna stanno inginocchiate in cima a una piccola architettura. Ma osservate che cosa si scorge sotto le arcate: vediamo di nuovo le statue di re Luigi e la regina Anna, ma stavolta sono nudi e smagriti, stesi sul letto di morte. Che significato hanno queste doppie statue? Le prime in alto rappresentano i sovrani di Francia nella magnificenza del loro potere. Quelli stesi sul letto di morte non sono invece i re di Francia, ma Luigi e Anna, umili e fragili peccatori che si presentano inerti al giudizio del Padre Eterno. Questo tipo di tomba, con le doppie statue, si diffuse moltissimo nell'Europa transalpina. Da noi, in Italia, non attecchì per nulla, forse per mancanza d'umiltà da parte dei defunti.

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