Soprattutto non mangiate. Non siate così ineleganti e prosaici da mostrarvi interessati al cibo, non dedicate al menu più che una veloce scorsa. Se proprio vince la determinazione a sforchettare, che almeno sia uno dei piatti contrassegnati dal simbolo P (= alto valore proteico, basso apporto in carboidrati). Mostrare una qualche affezione a zuccheri complessi e semplici di prima mattina vi bolla immediatamente come Eurotrash – nel caso siate vestiti Armani o Prada e vantiate una laurea prestigiosa – o peggio e senza via d'appello, come voraci bulimici socialmente infrequentabili.
540 Park
La consuetudine del Power Breakfast è nata a New York durante la crisi degli Anni 70. Bob Tisch, amministratore delegato della Loews Corporation, prese l'abitudine di invitare leader pubblici e privati per consultarsi sulle strategie per la ripresa della città. Sino ad allora gli incontri d'affari si svolgevano a pranzo – il fatidico "three Martini lunch", dopo il quale però non sempre era saggio siglare accordi. Tisch battezzò la prima colazione di lavoro "Power breakfast", cambiando per sempre il modo di concludere gli affari a Manhattan.
Poi il power breakfast è restato lì, sonnacchioso per qualche decennio, finché non è tornato di moda grazie a una generazione di manager pantofolai e salutisti che alla cena di lavoro preferisce tornare a casa a giocare coi bambini, e al business lunch preferisce la piscina. Ora il rito è appannaggio dei creativi, dei manager delle società di servizi, media, giornalisti, persino celebrities – che non si fanno mai vedere prima delle undici. E come tutti i riti, ha i suoi templi. Ufficialmente aperto dalle 7, alle 6.30 c'è già movimento di fronte al 540 Park, il ristorante del Regency Hotel all'omonimo indirizzo. Ci si va soli: ci si apposta in lettura dei giornali dopo di che la parola d'ordine è "make eye contact" (spogliato di tutto il romanticismo che noi mediterranei mettiamo in uno sguardo: stabilire contatto visivo). Qui è possibile parlare con gente che al telefono si farebbe negare.
Caviale e cappuccino
Norma's, ristorante del Parker Meridien, sulla sinistra dell'ingresso principale tutto marmi e specchi, è un ovale accogliente, pur non contaminato dalla luce esterna diretta. Modaiolo e presenzialista, attira frotte di curiosi a provare il Foie Gras French Toast. La media dei piatti costa 20 dollari, ma per épater les bourgeois c'è la Zillion Dollar Lobster Frittata, con aragosta e Sevruga, secondo quantità, da 100 a 1000 dollari (più il 15% minimo di mancia; ma non è chic passare da tirchi mentre ci si ingozza di caviale, crepi l'avarizia e giù il 20%).
Michael's (nella foto) è invece la sede newyorkese dell'originale di Santa Monica. Intorno alle otto di mattina ospita finanzieri, consulenti legali, businessmen vari. Poi, tutti al lavoro. Il Balthazar di Spring Street è la meta prediletta dei redattori di riviste patinate. È famoso il French toast, ma è molto chic sbocconcellare solo un croissant, intorno alle 8.30-9. Non sarà proprio il massimo, ma pare che il Barney Greengrass, sulla Amsterdam Avenue, sia il preferito dall'intellighenzia jewish osservante, che ama le uova con caviale e cipolle.
E il sabato brunch
Nel cuore del Village c'è il Caffè Cluny, frequentato da politici e manager in zona relax. Più un posto dove farsi vedere che una destinazione gourmet, ma l'hash (specie di ragù) tradizionale non è male. Il Public è il tempio del brunch creativo, che fa perdonare il servizio lento. Non dimenticate libri in sala: i camerieri sono avidi lettori e non ve li renderanno mai, pur ammettendo di averli ritrovati.
Per saperne di più e organizzare il vostro viaggio consultate la pagina degli indirizzi.
Power Breakfast a Manhatan, tutti gli indirizzi
Fuga da New York, destinazione Hudson Valley
© Riproduzione riservata