Siamo certi che sarebbe piaciuta anche a lui, nonostante quel caratteraccio che si ritrovava. La mostra che celebra alle scuderie del Quirinale a Roma il IV centenario della morte di Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come il Caravaggio (1571-1610), è davvero una mostra straordinaria, ma soprattutto utile per comprendere la vita e l'arte di uno dei geni della pittura di tutti i tempi.
Per l'occasione sono esposti ben 24 capolavori attribuiti con certezza dei quasi 100 che il "genio lombardo" dipinse in tutta la sua breve e soprattutto, tormentata vita. Sui due piani dell'antico complesso papale vi sono opere di rara bellezza, a partire dal "Canestro di frutta" - fino ad oggi mai uscito dalla Galleria Ambrosiana di Milano – al tragico taglio della testa di gigante Golia da parte del giovane "Davide", opera prestata dalla Galleria Borghese di Roma, con la quale si chiude la rassegna romana ideata da Claudio Strinati e curata da Rossella Vodret e Francesco Buranelli. In mostra altre celebri tele quali il "Bacco" degli Uffizi, le due versioni della "Cena in Emmaus" della National Gallery di Londra e della Pinacoteca di Brera, il "Suonatore di liuto" dell'Hermitage, la "Deposizione" dei Musei Vaticani, tanto per citarne alcune.
Giunto a Roma tra il 1591 e '92, senza uno scudo, solo, con pochissime amicizie in una città in cui è importante averne, Caravaggio trova ospitalità presso la bottega del pittore Lorenzo il Siciliano al Rione Monti, in cima alla Suburra, dove dipinge un po' quel che gli capita. In seguito frequenta il Cavalier D'Arpino e Antiveduto Grammatica, dal quale impara ad usare con destrezza e velocità i pennelli. Soggetto preferito delle sue tele sono frutta e verdura che, terminata l'opera, dicono i più maligni, può mangiare per sfamarsi. Permaloso e litigioso, Caravaggio ha animato le cronache del suo tempo per la bizzarria del suo temperamento. Genio e sregolatezza, accompagnano e assecondano in lui, i repentini quanto imprevedibili sbalzi d'umore.
Si sa che "quando ha lavorato due settimane - riferiscono le testimonianze dell'epoca –, lui si stufa; e lo si vede, fosco d'occhi, capelli e colorito, andare a spasso per un mese o due con la spada al fianco e un servo dietro, da un gioco di palla all'altro, sempre pronto ad attaccar briga ed azzuffarsi". Noi conosciamo tutti i particolari di una delle liti più famose di Caravaggio, quella con un garzone dell'Osteria del Moro, a Roma, avvenuta nel 1604. Questa è la storia: l'artista entra nell'Osteria. Come al solito porta ben in vista al suo fianco lo spadone ed ha l'aria spavalda. Si siede e ordina un piatto di carciofi. Il garzone porta al pittore i carciofi: alcuni sono cotti all'olio, altri invece al burro. Ma quali sono gli uni, e quali gli altri? Caravaggio chiede chiarimenti ma il garzone come risposta suggerisce al pittore:"Basta odorare per riconoscere quali sono al burro e quali sono all'olio!". Apriti cielo! Caravaggio irritato per il "suggerimento", tira il piatto pieno di carciofi in faccia al garzone, poi si alza e lo insegue con la spada sguainata per tutta l'osteria. Per il giovine è l'inferno. Imprevedibile e violento, Caravaggio era fatto così, anzi peggio. Spesso fermato di notte dalle guardie papali per controlli, va su tutte le furie.
Ama il vino, il gioco e fare sesso. Ed è proprio una giocata in via della Pallacorda, all'angolo di Palazzo Firenze in Campo Marzio, che per futili motivi uccide il 25 maggio 1606 il notaio Ranuccio Tomassoni: forse una storia di donne, altri dicono per un fallo durante una partita a palla, ma sta di fatto che da quel momento in poi la sua vita cambia radicalmente. I giudici lo condannano alla decapitazione. Di gran fretta ripara nel castello di Zagarolo, protetto dai potenti amici Colonna, poi scappa a Napoli (1606-1607), dove si sente più sicuro e può finalmente riprendere a dipingere ("Le sette opere della Misericordia" e la "Flagellazione di Cristo", presente in mostra); alla fine dell'anno si imbarca con la prua diretta a Malta, dove lascia nella cattedrale di San Giovanni alla Valletta un capolavoro assoluto: la "Decollazione del Battista".
Ma il destino avverso e crudele lo perseguita: nel 1608, in seguito ad una diverbio con il Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri, Caravaggio, definito dai maltesi uomo "foetidum et putridum" e ospite indesiderato,si vede costretto a battere ritirata in Sicilia (1609), dove gira in cerca di lavoro nelle città di Palermo, Catania e Messina. Lì dipinge "L'Adorazione dei Pastori", una "Annunciazione" (presente in mostra) e altri due capolavori che sono il "Seppellimento di santa Lucia" e la "Resurrezione di Lazzaro". Ma anche nell'isola non si sente più sicuro e chiede di nuovo aiuto alla marchesa Costanza Colonna che lo ospita ancora una volta a Napoli, dove apprende la notizia della revoca della sua condanna da parte di Papa Paolo V. Come è andata a finire lo sappiamo: arrestato per errore dalle guardie papali e poi rilasciato, in preda alla febbre e alla disperazione, vaga delirante sulla spiaggia di Porto Ercole alla ricerca dei suoi beni lasciati sulla nave. Lì muore a soli 39 anni, il 18 luglio del 1610.
Una mostra, dunque, piena di pathos, a tratti persino violenta nelle luci dell'allestimento che, nei decisi chiari e scuri, illuminano di taglio quei volti fin troppo umani, fatti di carne e sudore, di bellezza e dolore, uomini e donne tanto veri da sembrare appena usciti da una bottega o una bettola di uno di quei tanti vicoli in cui Roma sa tanto bene nascondere leggende e segreti. La sua pittura ha rinnovato la pittura. Qualcuno ha addirittura scritto che mai prima di lui non si era vista tanta realtà in presa diretta, tanta verità messa insieme con spregiudicatezza, un'arte senza l'apparente mediazione del disegno, dell'accademia e soprattutto delle convenzioni narrative della cultura post-conciliare. Una pittura scarna e disincantata, poetica ma senza retorica, spesso così realistica da far gridare allo scandalo. Roba d'altri tempi!
INFORMAZIONI
Caravaggio
La mostra rimarrà dal 20 febbraio al 13 giugno 2010. Orari: da domenica a giovedì dalle 10 alle 20 e il sabato dalle 10 alle 22.30. Il prezzo del biglietto è di 10 euro (intero) e 7,50 (ridotto). Per informazioni e prenotazioni di singoli, gruppi e laboratori d'arte si può telefonare ai numeri 0639967500 e 0639967200.
Dormire
In occasione della mostra il Black Hotel offre un pacchetto speciale che comprende: catalogo della mostra; camera doppia con prima colazione per una notte; cena per 2 persone presso l'Edon, il ristorante dell'albergo; transfer presso la più vicina stazione della MM (Cornelia ) per poi raggiungere, dalla fermata Barberini, la sede delle Scuderie; uso della piscina scoperta rivestita da un mosaico di vetro nero. A 240 euro per una doppia. Notti supplementari a 125 euro.
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