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Sposarsi all'estero: 7 mete da sogno per il giorno del sì

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Sposarsi all'estero: 7 mete da sogno per il giorno del sì

La spiaggia del Fairmont Royal Pavilion a Barbados
La spiaggia del Fairmont Royal Pavilion a Barbados

Vivian Leigh (Rossella in Via col Vento) e Sir Lawrence Olivier l'hanno fatto a Montecito, in California. Tom Cruise e Katie Holmes al castello di Bracciano. Salma Hayek e Francois Henri Pinault hanno preferito Venezia. Ben Affleck e Jennifer Garner sono andati fino alla piccola isola caraibica di Parrot Cay. Per giurarsi amore eterno, naturalmente. Il matrimonio all'estero, in luoghi lontani e capaci di regalare un sogno, è sempre stato uno sfizio da vip. Un capriccio che, però, oggi, può togliersi anche chi non è abituato a vivere sotto la luce dei riflettori. E allora ecco sette proposte decisamente insolite, che vanno dalle mete più vicine, in Europa, ad altre, decisamente agli antipodi del globo. Dal Castello di Neve in Lapponia alla cerimonia buddhista in Thailandia. Dal matrimonio in stile beduino nel deserto di Wadi Rum, in Giordania, a quello tradizionale delle Isole Cook, in Nuova Zelanda. Per rendere ancora più speciale il giorno del sì.

Lapponia
È riservato agli amanti del freddo e delle atmosfere polari il matrimonio al Castello di Neve a Kemi, in Lapponia. Il giorno dopo l'arrivo il programma prevede una crociera a bordo del rompighiaccio Sampo e – per i coraggiosi che lo desiderano – un bagno artico nelle acque del Golfo di Botnia. Poi, il giorno della cerimonia, non possono mancare gli appuntamenti di rito per la sposa: trucco e parrucchiere nel salone di bellezza dello Snow Castle, prima di indossare l'abito. Il rito viene celebrato nell'atmosfera intima della Cappella di Ghiaccio, dove l'unica concessione alla temperatura rigida sono le pelli di renna che coprono le panche. La prima notte di nozze, naturalmente, non può che essere in una camera del castello.

Giordania e Mar Rosso
Le meraviglie archeologiche di Petra, antica città dei Nabatei, e Madaba con i suoi mosaici, sono solo l'inizio. Perché lo scenario suggestivo per chi sceglie di sposarsi in Giordania sono le distese sabbiose e le montagne del deserto di Wadi Rum. Famoso per le descrizioni di T. E. Lawrence e per essere stato il set principale di "Lawrence d'Arabia", Wadi Rum è il luogo dove viene allestito un campo tendato che ospita la cerimonia in stile beduino: gli sposi indossano gli abiti tradizionali - un lungo vestito bianco per lo sposo e una tunica nera ricamata per la sposa – e seguono un gruppo di uomini – anch'essi vestiti con abiti tipici beduini – che, con danze e canti, li conducono all'interno della tenda dove viene celebrato il rito. Gli sposi cenano in un'altra tenda speciale, a loro riservata, in un'atmosfera di festa, con canti e musica.

Barbados, Caraibi
La più orientale delle isole caraibiche (fa parte delle Piccole Antille) deve il suo nome all'esploratore portoghese Pedro a Campos – la chiamò "Los Barbados" (i barbuti), probabilmente a causa dei curiosi alberi di fico con lunghe radici aeree sospese - , ha spiagge tropicali di sabbia bianca e acque turchesi. Sposarsi qui è come recitare in un set cinematografico: gli sposi si scambiano le promesse al tramonto, sotto un arco decorato con fiori esotici, di fronte all'oceano. Non può mancare un brindisi con champagne e fragole e una cena tète a tète a lume di candela sulla spiaggia.

Thailandia
L'usanza vuole che la cerimonia buddhista – tradizionale in Thailandia - si svolga prima delle 10 di mattina e venga terminata entro le 11. Questo per rispettare le abitudini dei monaci: sono proprio loro, infatti, che, durante il rito, in processione e al suono di tamburi, conducono la coppia fino al luogo dove avviene lo scambio dei voti e la accompagnano con i loro canti e le loro benedizioni. Una volta arrivati sul luogo della cerimonia (in questo caso, Phi Phi Island), dopo il canto di tre monaci, gli sposi accendono le candele sacre e vengono aspersi di acqua benedetta. Subito dopo avviene lo scambio degli anelli e un'offerta rituale di cibo ai monaci. La coppia – sempre secondo il rito - pianta poi il suo albero nuziale e libera un pesce in segno di pietà e non violenza.

Giappone
Il santuario di Shimogamo, a Kyoto (antica capitale del Giappone), conosciuto anche come santuario di Kamomioya, risale al VI secolo e sorge nella Tadasu no Mori (Foresta della Verità), un'antica foresta considerata sacra perché è sempre rifiorita senza che l'uomo vi mettesse mano. Proprio in questo santuario – oltre che in altri templi di Kyoto - è possibile celebrare il matrimonio, che, nella tradizione giapponese, avviene secondo il rito shintoista. L'unione è celebrata da un sacerdote, che indossa in genere una veste bianca. La sposa può indossare l'abito bianco, oppure un kimono colorato e ricamato, mentre lo sposo porta un kimono da cerimonia. La coppia e tutti i partecipanti al rito, prima di entrare nel santuario, devono purificarsi con l'acqua che si trova in fontane poste davanti a ogni tempio. Di fronte al sacerdote, gli sposi bevono a turno tre piccoli sorsi di sakè da tre tazze di diverse dimensioni, e, dopo una breve invocazione, pronunciano a turno il proprio nome. Poi, tenendo in mano un ramo di una pianta sempreverde, si inchinano due volte, battono due volte le mani e offrono i rami alla divinità per dimostrare la sincerità delle proprie intenzioni; infine si scambiano gli anelli.

India
Il Devi Garh, nel Rajasthan, era un'antica residenza maharaja, protetta dai monti Aravalli. Oggi è stato trasformato in un resort di lusso, che mantiene tuttavia intatto l'incanto di una cultura millenaria ed è il luogo ideale per un matrimonio secondo il rito induista. La sposa viene preparata con particolare cura: su mani e piedi vengono tracciati eleganti arabeschi con l'henné (mehndi) e sui fianchi e sulle spalle viene drappeggiata la stoffa di un sari rosso, il colore tradizionale. Anche lo sposo indossa una abito tipico, il "kafni", e arriva preceduto dal corteo di parenti e amici; dopo, entra la sposa, dietro a damigelle che spargono petali di rosa. Gli sposi siedono, scalzi, uno di fronte all'altra, sotto il "mandap", un padiglione decorato con fiori, tappeti e cuscini, dove si trova un braciere col fuoco sacro. Il sacerdote benedice la coppia e la donna offre al compagno yogurt e miele, simbolo di purezza e dolcezza. Quindi si scambiano ghirlande di fiori – nei matrimoni combinati questa è la prima occasione di guardarsi. Il prete spiega il significato dello scambio delle fedi: l'anello simboleggia il sole, la terra e l'universo, e l'unità di due vite che diventano un solo, indissolubile cerchio. Poi il celebrante unisce gli sposi con il "varamala", la fune sacra. Solo ora diventano marito e moglie: non siedono più uno di fronte all'altro, ma uno di fianco all'altra. Uno dei momenti più importanti del rito indù sono i sette voti che la coppia pronuncia di fronte al fuoco sacro, simbolo di purezza assoluta. Lo sposo traccia il "sindoor", una riga tra i capelli della sposa con un pigmento in polvere rossa: il simbolo di appartenenza a un uomo. Al termine della cerimonia, fuochi d'artificio illuminano la notte, mentre musiche e canti del Rajasthan si diffondono nell'aria e gli ospiti sono invitati a partecipare alle danze.

Isole Cook, Polinesia
Spiagge di sabbia bianca e monti vulcanici ricchi di vegetazione. Una popolazione di etnia maori, che mantiene ancora parte dei suoi antichi costumi e della sua cultura. Tutto questo si trova a Rarotonga, la più grande delle Isole Cook, quasi interamente circondata dalla barriera corallina. Qui la sposa indossa il "tapa" - un costume tradizionale riservato per la cerimonia -, viene trasportata sulle spalle dei guerrieri sul luogo dove viene celebrato il rito e cammina sulla loro schiena prima di arrivare accanto allo sposo (questo rito è detto "paata"). È il capo, insieme con le donne del villaggio, a supervisionare i canti e il ritmo dei tamburi che accompagnano la sposa durante il paata. Poi la coppia pianta una giovane palma da cocco rivolta a est, dove sorge il sole, per simboleggiare l'inizio di una nuova vita insieme. Gli sposi bevono successivamente una bevanda dallo stesso "nu", una giovane noce verde, simbolo di condivisione di una nuova vita.

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Sposarsi all'estero, tutte le informazioni

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