«Non fotografo ciò che vede il mio occhio, ma la mia anima». Per Mario Giacomelli, uno dei grandi maestri della fotografia italiana, le fotografie non dovevano essere una documentazione storica della realtà. Il loro compito era, invece, quello di raccontare la condizione umana: lo stesso obiettivo con cui si è aperta a Roma "Mario Giacomelli 99 foto", una personale dedicata al fotografo di Senigallia, in programma dal 12 maggio al 25 luglio.
La mostra si tiene a Cinecittàdue Arte Contemporanea, lo spazio espositivo all'interno del centro commerciale Cinecittà 2. Un luogo insolito per la cultura, certo. Ma vale la pena di andarci: l'esposizione raccoglie 99 immagini mai esposte prima, provenienti da un'unica collezione privata, che ripercorrono l'intera attività di Giacomelli dal 1959 al 2000, anno della sua scomparsa.
La produzione esposta nella Capitale è fatta di immagini in bianco e nero, con inquadrature mosse, primi piani sfocati e composizioni disarmoniche. A cominciare dagli scatti realizzati alla fine degli anni Cinquanta, quando Giacomelli si distacca dall'influenza neorealista e intraprende una via artistica del tutto autonoma. Come in "Scanno" (1957-1959), la serie acquistata nel 1963 dal Moma di New York che lo ha reso noto a livello internazionale. O come in quello che forse è il suo lavoro più famoso,"Io non ho mani che mi accarezzino il volto" (1961-1963), l'opera che prende il titolo da uno scritto di David Maria Turoldo e che ritrae i giovani seminaristi del Seminario Vescovile di Senigallia durante i loro momenti di ricreazione. A questi anni appartiene anche "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" (1954-60), che trae il titolo da una raccolta di Cesare Pavese.
Nella seconda parte degli anni Sessanta, Giacomelli mette ancora più a fuoco i temi su cui si concentra il suo sguardo: la rievocazione dell'infanzia perduta e il confronto con l'esperienza della morte ("La buona terra", 1964-66).
La notorietà del fotografo cresce in modo significativo negli anni Settanta e le sue foto arrivano a Parigi, Londra, New York e Amsterdam. Di questa produzione si possono trovare a Roma scatti presi da opere come "Caroline Branson" (1971-73), ispirata all'"Antologia di Spoon River"di Edgar Lee Masters, "A Silvia"(1975) e il ciclo di paesaggi "Presa di coscienza sulla natura" (1977-1979). Del periodo della maturità, invece, sono presenti foto da "Questo ricordo lo vorrei raccontare" e da altre serie.
La mostra è accompagnata da un testo ad hoc scritto da Marco Lodoli e sarà corredata dal video "Mario Giacomelli La mia vita intera", a cura di Simona Guerra, già autrice di due libri sul fotografo.
Informazioni
"Mario Giacomelli 99 foto", dal 12 maggio al 25 luglio. Ingresso libero. Sede: Cinecittàdue Arte Contemporanea, centro commerciale Cinecittà 2, viale Palmiro Togliatti 2, Roma.
La mostra è aperta dal lunedì alla domenica, dalle ore 11 alle ore 19.30. I giorni di chiusura sono il 2 e il 29 giugno. Per info e prenotazioni: tel. 067220910 e-mail: direzione@cinecittadue.com.
Come arrivare: Metro A, fermata Subaugusta o Cinecittà. In automobile: dal Gra uscita n. 21 Tuscolano, direzione Roma Centro; dal centro: San Giovanni, via Tuscolana.
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