Un mix tra fumetto e storia dell'arte. Un lungo e faticoso lavoro di ricerca e tanta passione. Nasce così "It Is Not Lichtenstein", la personale di Debora Hirsh, artista nata in Brasile, ma ormai milanese d'adozione. Cinque dittici e una dozzina di opere tratte dalla serie "Stories" – recentemente esposte anche a Parigi – saranno in mostra dal 23 maggio al 30 giugno alla galleria Flora Bigai Arte Contemporanea di Pietrasanta (Lucca). Tele che, per qualche verso, potrebbero ricordare i lavori di Roy Lichtenstein, maestro della Pop Art. Ma non bisogna lasciarsi trarre in inganno. Lichtenstein non c'entra nulla, se non per i soggetti comuni.
«In realtà non sono partita da Lichtenstein, ma dai fumetti di John Romita e Tony Abruzzo che lui stesso usava come soggetti per i suoi quadri», racconta Debora Hirsch. «La mia ricerca degli originali è durata circa quattro anni, tra i negozi specializzati di New York e la Michigan State University, che possiede la più importante collezione mondiale di comics». Dei disegni originali l'artista dà una propria rielaborazione; in più, affianca a ciascuno di questi un altro dipinto scelto tra i riquadri originali della stessa rivista.
«Il risultato è che la narrazione si complica… un po' come la vita!», ride Debora Hirsch, mamma da sette mesi, mentre spinge il passeggino. «Le storie hanno un tono ironico. Togliendo il riquadro dal suo contesto e aggiungendo un altro pezzo si crea una certa ambiguità». E infatti non c'è una "fine" in senso compiuto, ma la narrazione rimane aperta e resta spazio per una nuova interpretazione. «Lichtenstein è stato geniale nel portare i disegnatori – riconoscibili, certo, ma che all'inizio neppure si firmavano! – dalla cultura pop all'arte. Ma già i disegni originali erano semplici e sofisticati al tempo stesso, prima ancora che diventassero Pop Art. Ed è direttamente a questi che mi sono ispirata».
Un "divertimento artistico", invece, si potrebbero definire le opere della serie "Stories": per ogni personaggio raffigurato Hirsch ha scelto e rielaborato un testo letterario particolarmente appropriato a descriverlo. «Questo lavoro mi ha dato grandi soddisfazioni», spiega. «Ho letto centinaia di racconti per selezionare testi veramente coerenti e con forte significato per il personaggio in questione». Per Marilyn Monroe, ad esempio, l'artista ha adattato un racconto di Pirandello ("Di sera, un geranio",1934) per descrivere la morte dell'attrice e il vagare della sua anima alla ricerca della vita eterna. Per Andy Warhol ha scelto invece un testo di Borges ("Gli specchi velati", 1960): una storia molto intensa sulla memoria e sui dolori personali che utilizza la metafora degli specchi.
INFORMAZIONI
Debora Hirsch. "It Is Not Lichtenstein". Dal 23 maggio al 30 giugno.
Sede: Flora Bigai Arte Contemporanea. Via Giuseppe Garibaldi 37, Pietrasanta (Lu). Tel. 0584 792635. Ingresso libero. Orario: da martedì a domenica 10-13 e 16-20.
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