Una manciata di isole, sparse su circa 450 km quadrati a oriente delle coste del Kenya. Ognuna con un'atmosfera propria, ritmi, suoni e colori che la distinguono dalle altre. È l'arcipelago delle Seychelles, un microcosmo tropicale nell'Oceano Indiano. Da scoprire percorrendo le lunghe spiagge e le piccole insenature, addentrandosi nella fitta vegetazione o facendosi largo tra massi di granito e foreste di mangrovie.
ALLA FESTA DEL CORALLO
Le Seychelles mantengono le loro promesse. L'arcipelago si divide in quattro gruppi: le Amirantes, il gruppo delle Farquhar e quello di Aldabra hanno una struttura corallina, mentre il quarto, quello più grande, è formato da massicci di granito affioranti: qui si concentra il 90 per cento della popolazione e si trovano le più belle spiagge dell'intero arcipelago. Mahé, l'isola capitale, custodisce alcuni tra i litorali più belli: sabbia chiarissima tempestata di formazioni di granito e un mare che tende decisamente allo smeraldo. La strada costiera che percorre il sud e l'ovest dell'isola conduce alle baie più spettacolari, prima fra tutte Anse Intendance. Quasi trecento metri di battigia bianca inondata dal sole e carezzata dalle onde, che appare oltre una vallata di imponente foresta tropicale. Altrettanto selvaggia anche la piccola Anse Soleil, poche miglia più a nord, raccolta in un'intimità tutta diversa, quasi mediterranea, non fosse per la boite cuisine, una semplice costruzione in legno il cui ballatoio sporge tra il granito e le palme: quattro tavoli e menu creolo, tanto semplice quanto strepitoso. Sulla costa occidentale, un po' più a nord, Turtle Bay è di nuovo un vasto arenile che, per la forma profondamente concava, è protetto da qualsiasi corrente. Nello specchio immobile dell'insenatura si vedono chiaramente le formazioni di corallo, semisommerse fin nei pressi della riva. Ideale per una nuotata con maschera e boccaglio per osservare la variegata fauna del reef anche a pochi centimetri di profondità.
PRASLIN
In quindici minuti di bimotore o in due ore di aliscafo, da Mahé si raggiunge l'isola di Praslin, che non ha un vero centro ma solo qualche piccolo agglomerato di casette ed alcuni appartati e lussuosi resort. Le spiagge si succedono una dopo l'altra lungo l'unica strada che percorre l'isola, ma le due perle se ne stanno appartate e bisogna saperle scoprire. Anse Lazio è protetta da una fitta cortina di palme: lunga e sottile, ha una sabbia bianca che esalta ancora di più le tonalità verdi e azzurre del mare. Qualcuno dice che sia la più bella spiaggia dell'Oceano Indiano. La quiete del luogo non è per nulla disturbata dalla presenza discreta di un ristorantino al margine destro della riva, il Bonbon Plume, che serve solo pesce fresco e deliziosi cuori di palma. E offre una vista destinata a rimanere impressa nella memoria. Un paio di scarpe da trekking e circa venti minuti di cammino ripagheranno la (lieve) fatica necessaria per raggiungere Anse Georgette. Nei momenti di massimo affollamento si troverà al più una barca ancorata al largo della spiaggia. Più spesso, nessuno con cui dover spartire questa piccola fetta di paradiso.
LA DIGUE
Ma il meglio è sulla piccola isola di La Digue, a est di Praslin, a mezz'ora di battello o ad appena quattro minuti di volo in elicottero. Qui circolano solo due taxi e ci si sposta in bici a noleggio o sui carri trainati dai buoi. In soli tre chilometri di lunghezza e in uno di larghezza si concentrano gli scenari geomarini più spettacolari. Ad Anse Source d'Argent, immense sculture di granito invadono per quasi cinquecento metri le rive di sabbia e le lagune coralline creando una successione di piscine naturali. Di sabbia finissima e abbagliante è la lunga spiaggia di Grand Anse, dove un'alta duna nasconde alla vista il mare per chi giunge dall'unica strada di sabbia. A poche decine di metri, ecco la più piccola Petite Anse e, alla fine un sentiero, la minuscola Anse Cocos. Per fortuna, l'ospitalità su La Digue è limitata a poche guest house e ville: la miglior garanzia che il paradiso non sarà mai sopraffatto dalla folla.
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