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Salento, tutti pronti per la Notte della Taranta

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Salento, tutti pronti per la Notte della Taranta

Torrepaduli (LE). Ballerine di pizzica, tipica danza del Salento
Torrepaduli (LE). Ballerine di pizzica, tipica danza del Salento

Melpignano, profondo Salento. Coltivazioni di tabacco tra ulivi secolari. Muri a secco e frantoi, 2165 abitanti e nessun albergo. Sarà ancora lei quest'anno la capitale della "pizzica". È la musica che scandiva l'antico rituale di cura dal morso immaginario della tarantola, un pericoloso ragno velenoso. Tradizione vuole che per liberare la vittima, di solito donna, si debbano suonare incessantemente i tamburelli, a ritmo vorticoso. E che al tamburello si accompagni un ballo ossessivo, ripetitivo, capace di vincere il veleno.

Proprio lì, a Melpignano, nella Grecìa Salentina, il prossimo 28 agosto, nel piazzale dell'ex Convento degli Agostiniani, trionferà come ogni anno la Notte della Taranta, il gigantesco rave mediterraneo che chiude il festival itinerante del tarantismo. Per tutto il mese, secondo il calendario di un nomadismo "pizzicato" che attraversa i borghi griki, ogni sera c'è un concerto in una piazza diversa, ogni notte un appuntamento con la trance. La direzione artistica è affidata quest'anno a Ludovico Einaudi. Da bravo Maestro Concertatore, sarà lui ad arrangiare i pezzi della tradizione, reinterpretati nella notte melpignanese da musicisti locali e da star internazionali conquistate negli ultimi anni da una cultura secolare, forse millenaria. Dietro la Notte della Taranta, intanto, la pizzica diventa sempre più un movimento, che pulsa tutto l'anno ed è guidato da gruppi e orchestre specializzate come l'Officina Zoè e gli Avleddha (che cantano in griko), i Mascarimirì, e la compagnia danzante Arakne Mediterranea, mentre fioriscono documentari e romanzi a tema e in tutt'Italia si organizzano corsi di "Pizzica e Tammurriata" e festival extra-pugliesi (date un'occhiata al sito pizzicata.it). Voi però andate alla fonte, e cercate i ritmi tarantolati nelle feste tradizionali dell'estate pugliese, dalla Danza delle Spade di Torrepaduli, presso Ruffano, tra il 15 e il 16 agosto, a quella de Lu Mieru (il vino), a Carpignano a inizio settembre. O capitate semplicemente in piazza la Notte di San Lorenzo (10 agosto) a Galatina, dove le "ronde", i cerchi della folla intorno ai ballerini, si creano e disfano spontaneamente per tutta la notte.

I CARAIBI SULLO IONIO
C'entra sicuramente l'antico legame di questa terra con i ritmi caldi e ossessivi nella più recente, altrettanto pandemica ossessione musicale salentina: il reggae. Sarà che la caraibica musica in levare non è poi tanto diversa dalla pizzica nel suo stile ipnotico, nella sua vocazione alla festa e all'aggregazione, certo è che c'è voluto poco ad aggiungere agli storici colori del Salento, il giallo e il rosso, il verde della bandiera giamaicana. Unico in Europa, il Salento ospita una sorta di reggae festival diffuso: ogni giorno, per tutta l'estate, c'è una proposta in stile Bob Marley, tra live, dj set, dance hall, sound clash (duelli tra sound system), serate con un grande ospite…

Per non parlare dei festival ufficiali, sempre più numerosi. Il più recente è il Jam Jam Reggae Festival, imperdibile per i dj giamaicani nel cuore. Sono loro, armati di vinili a 45 giri, i protagonisti di un appuntamento che giunge quest'anno alla terza edizione. Compie dieci anni invece il Salento Summer Festival, kermesse che parte dal gemellaggio fra il Salento e la Giamaica per esplorare tutte le strade della musica alternativa. Negli anni ha cambiato varie location: dallo stadio di Porto Cesareo alle Cave del Duca di Torrevecchia a Cavallino, dalla Cava del Teatro di Cursi al Parco Gondar di Gallipoli, mentre per quest'anno è stata scelta una grande masseria alle porte di Lecce. Ha raggiunto le 11 edizioni Gusto Dopa al Sole, il più vecchio tra i reggae festival salentini, che torna ad agosto nell'Aeroporto Lepore di San Cataldo, Lecce. Lo stesso mese in cui, per citare i Sud Sound System, capifila della Puglia Giamaicana, «lu Salentu brucia con lu reggae».

Intanto, grazie alle sue piazze all'aperto e alle notti tiepide, alle folle di turisti internazionali affamati di folklore e a una certa immigrazione di ritorno ad alto tasso intellettuale, anche le feste più antiche e tradizionali della regione godono oggi di ottima salute. A partire dalla Festa della Madonna del Rosario di Pompei, il 12 agosto a Castro, una kermesse di fuochi d'artificio che viene da lontano. Nel 1896 un miracolo bloccò la furia del mare facendo rientrare i pescatori nel minuscolo porto. Da allora ebbe inizio la tradizione della messa al porticciolo, su una barca, seguita dalla processione a mare: la statua della Madonna, vestita di pizzi e merletti, viene trasportata sotto un baldacchino sino all'insenatura dell'Acquaviva, poi alla grotta della Zinzulusa nel mare di Castro. Al rientro, verso le 22, partono i fuochi d'artificio.

Un tripudio di luci e colori anche la festa di Santa Domenica a Scorrano, a inizio luglio. Sono originari di questo borgo salentino gli artisti-artigiani che hanno inventato l'arte delle "parature": migliaia e migliaia di piccole lampadine colorate, montate artigianalmente su legni d'abete dalle forme tortuose o geometriche. Ne nascono sontuose gallerie di luce, lunghissime e maestose. Un'arte oggi esportata nel mondo, da Sanremo a Milano, dal Giappone agli Usa. E per capire come queste antiche tradizioni producano oggi contemporanea creatività c'è il Fluid Interaction Streamfest, festival internazionale delle sperimentazioni elettroniche che tra luglio e agosto chiude la Fiera di Galatina.

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