Balzac la chiamava l'"isola francese che si scalda al sole d'Italia". Con il mare più bello dell'Alto Tirreno. E di mare ce n'è, dal dito di Cap Corse alle scogliere di Capo Pertusato: 1200 km da nord a sud, 300 km di sabbie finissime. Alcune tra le più suggestive si incontrano in un trekking che da Bonifacio punta a nordovest tra granito, mare e macchia profumata. Lo stesso borgo antico della capitale del sud, su un promontorio di candide rocce calcaree erose dal mare e dal vento, vale una sosta.
Verso Porto Vecchio la prima spiaggia per una sosta è baia Rondinara, un'ellissi di sabbia dorata cinta di pinete. Poco dopo, Santa Giulia è una delle spiagge più bianche, belle e celebrate dell'isola: ammiratela dalla terrazza dell'Hotel Moby Dick. Celebre anche Palombaggia, di fronte agli atolli delle Cerbicali. All'ombra di alti pini marittimi, è un teatro di affioramenti granitici levigati dal mare. A ponente di Bonifacio si inizia invece con le calette di Paraguano e Tonnara, l'una per le famiglie, l'altra per il windsurf. A Punta dello Sperone, Piantarella era già amata dai Romani, che presso la spiaggia hanno lasciato un sito archeologico.
Appena oltre, il golfo di Figari è un fiordo con trasparenze tropicali sconosciute alla maggior parte dei turisti. Ci si arriva camminando un po', ma ne vale la pena. Seguendo la 196, a Roccapina, la costa è un mare di granito che scende dalle Montagne de Cagna formando la Rocher du Lion: una specie di sfinge naturale. Sotto, la lunga spiaggia bianchissima si raggiunge con un sentiero di circa 2 km. La rada seguente è Tizzano, i cui singolari toni d'azzurro piacciono a chi fa snorkeling. Merita qui una deviazione verso l'interno l'imponente sito megalitico di Palaggiu: oltre 150 menhir allineati dell'Età del Bronzo. A due passi si trova pure il dolmen di Fontanaccia.
Si devia così verso Sartène con la sua antica cittadella in granito zeppa di botteghe e atelier dove comprare il tipico artigianato còrso. Appena fuori, sopra il fiume Rizzanese, ecco il ponte genovese del XII secolo Spin'a Cavallu (dorso di cavallo): un'unica arcata, con una carreggiata lastricata, tra le pievi di Vighjanu a Sartène. Il mare si rivede a Propriano, con il vasto Golfo di Valinco che inizia a sud di Punta di Campomoro. Borgo di pescatori in origine, oggi "Pruprià" (in lingua còrsa) è una delle mete balneari più gettonate, grazie a oltre 10 km di spiagge; qui Taravo e Baraci valgono almeno un tuffo e un pomeriggio di tintarella.
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